18 Luglio 2013, 15:25
2 min di lettura
PALERMO – Manca persino la carta igienica. Così, i dipendenti sono costretti ad acquistarla a spese loro. I siti culturali siciliani, le aree archeologiche, le sale espositive delle gallerie e delle biblioteche regionali, ma anche gli stessi uffici delle soprintendenze ai Beni culturali versano oggi in condizioni di gravi carenze igienico-sanitarie. L’accusa è firmata dai sindacati Cobas Codir e Sadirs. “Quei siti oggi non appaiono idonei a garantire la permanenza del personale per espletare le normali prestazioni lavorative. Praticamente in tutti gli uffici e in tutti i siti – sottolineano Michele D’Amico e Giuseppe Salerno, rispettivamente segretari regionali del Cobas/Codir e del Sadirs per le politiche dei beni culturali. – il personale ha sostenuto con propri fondi le spese ordinarie per l’acquisto di materiale igienico e per l’igienizzazione dei locali (carta igienica, prodotti per pulizia, disinfettanti etc.), oltre che a effettuare, in taluni casi, anche le pulizie dei luoghi deputati alla fruizione e alla tutela del beni culturali anche per evitare un gravissimo danno all’immagine della Regione Siciliana e nell’attesa che venissero assegnate le sufficienti risorse finanziarie per l’ordinario funzionamento degli uffici e dei siti”.
Ma in alcuni casi si arriva persino al paradosso. “Negli uffici delle soprintendenze, uffici deputati anche alla tutela del territorio, – raccontano sindacalisti – mancano persino i materiali per il funzionamento degli uffici: persino i francobolli sono un miraggio, per non tacere della mancanza di climatizzazione dei locali che rende invivibili e impraticabili gli uffici a causa del clima torrido di questi giorni”.
E la situazione non sarebbe destinata a migliorare. Anzi. “Apprendiamo adesso – affondano Cobas Codir e Sadirs – che, invece di incrementare i fondi, incredibilmente i fondi assegnati ai singoli uffici per il funzionamento sono stati dimezzati rispetto all’anno scorso e che parte di queste risorse sono servite a pagare obbligazioni e forniture che i responsabili dei siti culturali siciliani avevano contratto già l’anno scorso. In questa situazione inaccettabile si può facilmente intuire che quest’anno i turisti, oltre ad ammirare il nostro patrimonio culturale, avranno modo anche di schifarsi della nostra isola e della condizione in cui l’amministrazione regionale fa versare i beni culturali, fotografandone sporcizia e servizi igienici indecenti, qualora i dipendenti non si prestino a pulire i cessi e a dotarli dei presidi igienici necessari. Esprimiamo meraviglia – concludono i sindacalisti Michele D’Amico e Giuseppe Salerno – per come un tecnico alla guida dell’assessorato ai Beni Culturali, la dottoressa Maria Rita Sgarlata, possa dimostrare insensibilità verso gli aspetti della fruizione dei beni culturali in termini anche di qualità igienica, consentendo l’attuale inaccettabile situazione di degrado”.
Pubblicato il
18 Luglio 2013, 15:25