08 Giugno 2012, 16:15
1 min di lettura
“Attilio Manca è stato ucciso da un’overdose di eroina mista a tranquillanti. Nessun indizio, per quanto labile, suffraga l’ipotesi dell’omicidio di mafia ipotizzata dai familiari. Le indagini sono state complete e minuziose. Non c’é alcun elemento che sia stato trascurato o sottovalutato”. Così, nel corso di una conferenza stampa, il procuratore capo di Viterbo Alberto Pazienti e il pubblico ministero Renzo Petroselli, titolare dell’inchiesta sulla morte dell’urologo siciliano in servizio nell’ospedale cittadino, avvenuta il 11 novembre 2004, hanno rintuzzato punto per punto quanto affermato dalla madre di Attilio, Angela, dal fratello Gianluca e dal loro legale, avvocato Fabio Repici, che a distanza di pochi giorni hanno criticato aspramente l’operato della procura viterbese, intervenendo alle trasmissioni ‘Servizio Pubblico’ di Michele Santoro e ‘Chi la visto?’ di Federica Sciarelli.
“Non abbiamo mai scritto o detto – hanno detto i due magistrati – che il dottor Manca si sia suicidato. Sulla base dei riscontri, abbiamo sostenuto che è deceduto per un’overdose di eroina e farmaci. Non è vero che non abbiamo fatto rilevare le impronte digitali sulle due siringhe trovate nella sua abitazione. Le impronte digitali ci sono, ma su una superficie troppo limitata per risalire a chi le abbia lasciate. Dall’autopsia non è risultato che avesse il setto nasale rotto né sul cadavere sono stati trovati segni di violenza”.
Pubblicato il
08 Giugno 2012, 16:15