09 Agosto 2009, 10:52
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Lo scritto di Paolo Cirino Pomicino ci è stato segnalato da un affezionato lettore che ringraziamo. E siamo d’accordo con lui: è utile pubblicarlo, se non altro perchè la fonte è autorevole. Si tratta di quel Cirino Pomicino che ha navigato a lungo – senza fare troppo lo schizzinoso, in verità – nei bassifondi fangosi di quella Prima Repubblica che, adesso, qualcuno rimpiange, forse per difetto di memoria. Sicuramente è persona informata di certi fatti. Dunque, pubblichiamo, ma invitiamo a maneggiare con cura. Perché un Paese senza verità, attraversato dalle ragnatele del sospetto, ha un’anima fragile. Va protetto, cioè, dalle rivelazioni verosimili che spesso entrano nel gioco della ricostruzione storica per interesse, per dolo, o per tigna. Rivelazioni che affermano segreti stupefacenti, sillabandoli tra il dire e il non dire, non per amore di chiarezza, ma per esclusivo tornaconto personale. Cirino Pomicino a che novero appartiene? E’ un servitore della Repubblica che si è svegliato tardi e vuole rimediare, spiegando ora ciò che non spiegò allora, quando sarebbe stato utile? E’ un frequentatore di torbidi scenari? Non sappiamo. Però invitiamo i lettori all’attenzione. E ripetiamo il nostro punto di vista: c’è un’istituzione preposta allo svelamento degli angoli bui, di questi o di quegli anni. Si chiama magistratura e gli indirizzi dei palazzi di giustizia sono pubblici. I personaggi di spicco, travolti dal ravvedimento sulla via di Damasco, si presentino dal magistrato di turno. Come storici si fatica a ritenerli propriamente credibili e disinteressati.
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09 Agosto 2009, 10:52