04 Maggio 2015, 17:19
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MANIACE – “Ancora non mi sono abituato all’idea che non sarò più sindaco, perché per ora siamo sempre di corsa per cercare di dare risposte ai cittadini. Sicuramente realizzerò dopo”. Dieci anni trascorsi vestendo la fascia tricolore alla guida del piccolo comune di Maniace non sono certo pochi. E Salvatore Pinzone Vecchio, ormai alla fine del suo secondo mandato (il terzo in totale), con alle porte le prossime amministrative, non appende le scarpe al chiodo, ma riscende in campo accanto al suo erede designato, il suo vice Antonino Cantali.
Sindacalista della UILA, marito e padre di tre figli, 51 anni, dai 18 militante politico, dal ’92 tra i protagonisti dell’amministrazione locale. “La passione mi ha spinto a fare politica, ma questa passione è più vicina alla malattia, poiché chi è ammalato di politica poi soffre perché vuole un senso di giustizia, vuole fare qualcosa di buono e non sempre ci riesce”. Accostatosi alla vita comunale come sostenitore dei candidati locali, nel ’92 arriva l’elezione come consigliere (di maggioranza). Un inizio che, come Pinzone stesso afferma, è stato il preludio di una “gavetta” che lo ha visto ricoprire l’anno successivo la carica di assessore, poi di sindaco fino al ’96, tornando quindi a sedere in consiglio (stavolta però all’opposizione), per poi essere nominato vicesindaco dall’amministrazione Conti nel 2000 e infine riuscendo per ben due legislature consecutive a guadagnarsi il titolo di primo cittadino (con un consenso del 52,43% alle ultime elezioni). Dunque il sindaco più longevo con i suoi 13 anni trascorsi alla guida di un Comune che di anni ne vanta appena 34.
“Il bilancio finale è positivo. Noi avevamo un progetto chiaro, un sogno ricorrente e abbiamo tentato di realizzarlo. Volevamo una comunità più avanti rispetto a com’era, perché scontavamo una carenza di strutture enorme e ci siamo riusciti. Abbiamo creato un’immagine diversa, di una comunità al passo con i tempi”. Spontanea la domanda “come ci siete riusciti?”, repentina la risposta “dando l’esempio come amministrazione. Chi amministra in modo serio e onesto riesce a dare ai cittadini il messaggio che è una comunità che vuole crescere”. Ecco allora arrivare una brochure, poche pagine realizzate per essere distribuite ai cittadini. In copertina “2005-2015 Dieci anni insieme. Ecco come è cambiato il volto di Maniace. I risultati di un impegno concreto al servizio della comunità”. All’interno l’elenco delle opere realizzate o completate. A voce i fiori all’occhiello: l’Istituto alberghiero, le strutture scolastiche per le elementari e le medie, l’adeguamento dei locali della scuola materna (sebbene questi ultimi ancora in affitto), il palazzo comunale.
“Un comune giovane ha almeno un centinaio di cose da fare”, ma il rammarico maggiore è per tre grandi opere inseguite sin dall’elezione del 2005 e, in dieci anni di amministrazione, non ancora realizzate o portate a termine. La sistemazione della regia trazzera (ormai comunemente conosciuta come “la strada di Longi”) che, con i suoi 15 chilometri, avrebbe potuto accorciare le distanze tra il parco dell’Etna e quello dei Nebrodi e di cui, dice il sindaco, “per conto nostro siamo riusciti a sistemare i tre chilometri che ricadono nel nostro comune. La restante parte, riguardando altri territori, non è di nostra competenza. Eravamo arrivati al punto – continua Pinzone – che l’Assessore regionale all’agricoltura, Caltabellotta, si era preso l’impegno di sistemarla con i mezzi dell’Esa e con il personale forestale, poi però gli è stata tolta la carica e non ha più avuto tale competenza”. L’irreggimentazione dei torrenti che attraversano il paese e la cui messa in sicurezza permetterebbe la costruzione di opere turistiche. Anche per questa “abbiamo realizzato un primo tratto – afferma il sindaco riferendosi al Martello – là dove il rischio per le abitazioni era più elevato. Un secondo tratto è già inserito nel programma di finanziamento, però siamo un po’ indietro rispetto alle esigenze del territorio”, un arrancare causato “dai ritardi nei finanziamenti di Stato e Regione”. La realizzazione di un’Agorà, una piazza centrale con tanto di “pista ciclabile e palestra all’aperto che fungesse da ritrovo per giovani e meno giovani”, un progetto “presentato al Ministero dell’Interno, fatto insieme a Bronte, Maletto e Randazzo, partecipando a un bando Pon sicurezza, ma che poi per problemi che non sono da addebitare al Comune non è andato in porto”. Questi i punti inseguiti e non ancora raggiunti in dieci anni di amministrazione. Un’eredità ideale che starà dunque a chi verrà dopo accettare e realizzare.
Certo della vittoria del suo gruppo e del suo delfino (e non perché faccia pronostici ma perché “lo sento a pelle”), Salvatore Pinzone Vecchio non sa se in futuro si ricandiderà nuovamente come sindaco, ma di certo è che se verrà rieletto alle imminenti amministrative non vorrà “paracaduti né corsie preferenziali”. Sulla base di una regola non scritta che i membri della lista si sono voluti dare, le cariche di assessore e di vicesindaco, spiega il primo cittadino, saranno infatti assegnate a chi si aggiudicherà più preferenze. “Io ricoprirò il ruolo che i cittadini decideranno di darmi con i loro voti”, dichiara dunque Pinzone, il quale, pur avendo voluto risposarsi al termine di questo mandato, ammette anche di non avere resistito abbastanza a un gruppo con cui ormai condivide dieci anni di attività politica. Lo stesso dal 2005, così come da allora invariato è rimasto il nome della lista “Maniace uniti per cambiare”, slogan mantenuto “perché quella è la strada tracciata, fare la differenza col vecchio modo di fare politica improntato non tanto a dare un servizio ai cittadini quanto alla gestione del potere. La politica dovrebbe invece tramutare le esigenze della gente in risultati concreti”.
“Cosa penso degli altri candidati? Il mio giudizio non può che essere di parte”. Legato a Cantali da una storia politica lunga quindici anni, iniziata sotto l’amministrazione Conti, quando lui era vicesindaco e l’altro consigliere, insieme decisero di fuoriuscire da quel gruppo e di presentarsi con uno nuovo alle elezioni vincenti del 2005. Anche gli altri contendenti, afferma Pinzone, “sono in politica da molto tempo. L’uno è da quando è nato il comune di Maniace che si candida ogni volta e continua a insistere, l’altro è il capogruppo dell’opposizione”. Ma in entrambi i casi, a sentire l’attuale sindaco, “sembra che vogliano fare tornare il paese a venti, trent’anni fa. Non hanno un progetto vero di crescita, non sanno fare altro che parlare male di questa amministrazione e criticare quello che si è fatto. Non hanno mai dato una mano a realizzare qualcosa né hanno mai portato un’idea progettuale in questi anni”.
Ritorno al passato e proiezione al futuro. È dunque in questi termini che si presenta nelle parole del primo cittadino l’imminente sfida elettorale che vede e vedrà schierato da un lato l’erede da lui stesso designato, Antonino Cantali, e dall’altro Salvatore Bevacqua, esponente del vecchio Comitato cittadino, e Salvatore Galati Muccilla, capogruppo dell’opposizione.
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04 Maggio 2015, 17:19