PALERMO – Il bersaglio grosso è la manovra quater, ma il barometro necessario per conoscere il livello di pressione raggiunto nel centrodestra all’Assemblea regionale siciliana si attiverà con i due voti che oggi dovrebbero precedere la discussione generale sulle variazioni di bilancio.
Ars, due voti cruciali prima della manovra
Il condizionale è d’obbligo dal momento che l’unica certezza è data dall’ordine del giorno di Sala d’Ercole. Prima l’elezione del componente della sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Regione Siciliana e, a seguire, il voto sul parere che il Parlamento siciliano dovrà fornire sulla figura che fa nascere anche in Sicilia la figura del ‘deputato supplente’ per i parlamentari chiamati a ricoprire il ruolo di assessore. Fin qui, appunto, le certezze ma che si arrivi ad un voto in entrambi i casi non è per nulla scontato.
Aria tesa in casa centrodestra
I rapporti restano tesissimi tra Fratelli d’Italia e il governatore Renato Schifani a causa del caso Iacolino, dirigente esterno preferito per la Pianificazione strategica alla soluzione interna rappresentata da Mario La Rocca. Da giorni a Palazzo dei Normanni ci si interroga sull’atteggiamento dei meloniani rispetto alla manovra quater ma il destino ci ha messo il classico zampino e così basterà osservare le dinamiche dell’Aula sui due punti che precedono le variazioni di bilancio per capire se gli sherpa al lavoro da lunedì mattina avranno compiuto la loro opera.
La partita per la Corte dei conti
In questo scenario la partita per l’elezione del componente della sezione regionale di controllo della Corte dei conti assume un significato forse mai avuto prima d’ora. Tre i nomi in ballo, secondo quanto di apprende, che potrebbero spaccare il centrodestra: uno incontra i favori del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, l’altro è ben visto dal duo Dc-Lega e da buona parte di Forza Italia, con possibilità per un terzo outsider che gode anche dei favori di una parte dell’opposizione.
La riforma e il deputato supplente
La schiarita potrebbe avvenire dal mini vertice tra i capigruppo di maggioranza che si terrà questa mattina poco prima dell’Aula. Non è escluso un nuovo rinvio, così come per la riforma che introduce il deputato supplente. In quest’ultimo caso servirebbe la maggioranza assoluta di 36 votanti per consentire al ddl che andrebbe a modificare lo Statuto di viaggiare più spedito a Roma. Sulla carta il centrodestra compatto ha i numeri ma con il clima nel quale è precipitato in Parlamento nessuno è disposto a fare previsioni.

Manovra, si parte
La manovra, intanto, attende l’inizio dei giochi. Alle dieci di oggi scadrà il termine per la presentazione degli emendamenti in Aula, poi sarà il tempo della discussione generale e, forse, delle prime votazioni. “Il testo di partenza era composto da 13 articoli, quello finale approvato giovedì notte è costituito da 54 norme e con un valore di 241 milioni di euro”, ha fatto i conti il deputato Pd Mario Giambona.
La manovra in pillole
Nel ddl Variazioni di bilancio c’è di tutto: dagli stanziamenti per gli Asacom a quelli per i laghetti in agricoltura, passando per gli aumenti ai dipendenti regionali del comparto non dirigenziale e gli aeroporti di Trapani e Comiso. Alcune norme figuravano nel testo stralcio nato dalle norme non inserite nella manovra ter, tante altre sono arrivate quando la diligenza era già in corsa in commissione Bilancio.
Il governo ha riproposto il fondo per l’editoria, aumentando inoltre le risorse per potere finanziare anche la fiction sulla vita di Biagio Conte, il missionario laico fondatore della Missione Speranza e Carità di Palermo. Confermato lo stanziamento di dieci milioni di euro voluto dal governatore Renato Schifani per rifinanziare il ‘contributo di solidarietà’ in favore delle famiglie in difficoltà economica. Ammonta a 34 milioni di euro, invece, il valore dell’integrazione decisa per rimpinguare il Fondo per la disabilità e la non autosufficienza.
C’è la misura del south-working, per agevolare il lavoro a distanza dei giovani siciliani che resterebbero così nell’Isola: un milione di euro per il 2025 e 17 per il 2026. Altri due milioni vengono destinati alla realizzazione di spazi di co-working nei comuni delle aree interne della Sicilia. Un emendamento da cinque milioni di euro per il biennio 2026-2027 va ad aumentare l’assegno per i lavoratori dei cantieri di servizio, mentre Ast porta a casa un milione per gli interventi di riqualificazione nelle sue sedi.

Manovra, soldi per comuni e chiese
E poi c’è la pioggia di euro per 376 interventi infrastrutturali, di riqualificazione urbana e manutenzione. In tutto 29,3 milioni di euro. Nessun contributo a Onlus né ad associazioni: i destinatari sono soltanto i Comuni e gli edifici di culto. Risorse che serviranno per strade, piazze, piccoli interventi nei pozzi comunali, negli impianti fognari e in quelli sportivi. Si potrà mettere mano poi a chiese, oratori e conventi. Sugli emendamenti territoriali si è anche consumato uno strappo tra il governo e le opposizioni che alla fine hanno abbandonato i lavori della commissione Bilancio.
Incognita FdI sulla manovra
Fonti del centrodestra non ritengono possibile che la manovra possa subire uno stop, più o meno plateale, da parte di Fratelli d’Italia. “Metterebbero a rischio anche le misure volute da loro”, ragiona un’autorevole voce di maggioranza. Il sospetto, allora, è che sia pronta più di una trappola per far cadere con il voto segreto alcuni interventi ad hoc cari all’Esecutivo, approfittando magari dei malumori interni ad altri partiti di maggioranza.

