Sicilia, si allungano i tempi per la manovra quater in Parlamento

Manovra quater, si allungano i tempi: commissione Bilancio in alto mare

Tensioni Dc-FdI nel centrodestra. Voci su un accordo bipartisan per le mance

PALERMO – Si allungano i tempi della manovra quater all’Assemblea regionale siciliana, dove oggi scadeva il termine per la presentazione degli emendamenti aggiuntivi in commissione Bilancio. La dead-line è stata rinviata dal presidente Dario Daidone alle 12 di venerdì. Una mossa necessaria per dare il tempo alla maggioranza di trovare una linea comune sul prosieguo dei lavori parlamentari. Il riflesso della medaglia, però, è che la data del 9 ottobre, prevista per l’ok definitivo alla manovra, appare un obiettivo di difficile raggiungimento.

Manovra, acque agitate nel centrodestra

Linea che, al momento, non c’è, come confermato anche dalle tensioni registrate oggi tra i partiti del centrodestra, e in particolare tra la Dc e FdI. A fare saltare i nervi ai centristi l’emendamento del governo che cancellava i 2,2 milioni di euro destinati ai Comuni per gli eventi di fine anno. Soldi provenienti dall’avanzo di cassa e che quindi non intaccano quei fondi globali fonte di finanziamento della manovra. Di contro, l’aumento da due a tre milioni di euro per la rigenerazione del verde urbano ed extraurbano è stata vista come una concessione del governo a FdI.

Alla fine l’Esecutivo ha ritirato l’emendamento che azzerava la spesa per “iniziative sociali, economiche e culturale nei Comuni”, ritornando allo stanziamento inziale e placando così le ire della Democrazia cristiana. Accantonato, momentaneamente, anche l’articolo che dà il via libera ad un accordo per la risoluzione delle cause che vedono protagonista la partecipata regionale Sicilia Digitale. Il costo dell’operazione è di 5,5 milioni di euro, “ma è una mossa che deve fare il governo in via amministrativa”, è stata la sottolineatura dai banchi dal centrodestra.

Ars commissione Bilancio

Due episodi sintomatici dell’assenza di una cabina di regia nella maggioranza, con i lavori in commissione Bilancio che restano in alto mare. Accantonata anche la tabella che conteneva i dieci milioni di euro per l’assistenza agli studenti disabili. Sarà riscritta dando una maggiore attenzione ai Comuni, che nella prima versione ricevevano soltanto 2,5 milioni. Il governo viaggia invece su un binario autonomo e tiene pronta nel cassetto una manciata di emendamenti aggiuntivi al ddl Variazioni di bilancio. Dentro ci sono anche le norme per l’editoria, i laghetti in agricoltura e il pacchetto ‘south-working’ con gli incentivi a quelle aziende che consentiranno ai giovani siciliani di lavorare a distanza restando in Sicilia.

Le voci sull’intesa sotterranea per le ‘mance’

All’orizzonte c’è poi il tema delle ‘mance’. Il tesoretto da 35 milioni di euro destinato agli interventi territoriali è stato per tutta la giornata al centro di un batti e ribatti politico, mentre l’Aula dava il via libera al Defr con il voto contrario di Pd, M5s e La Vardera. Le opposizioni hanno smentito le voci su un accordo nascosto per la suddivisione del fondo ad ogni singolo deputato, che potrebbe quindi contare su un budget per le proprie proposte. “Ciascun deputato metta la faccia sulle misure che proporrà, ogni emendamento dovrà essere discusso singolarmente in commissione”, è la posizione ferma espressa dal vice presidente dell’Ars e coordinatore regionale M5s Nuccio Di Paola.

La ‘Realpolitik’ di Galvagno

Se così sarà, i tempi per la nascita della quarta manovra del 2025 si allungheranno inevitabilmente. Da Torre Pisana, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno ricorre alla ‘Realpolitik’: “Esistono delle questioni urgenti di cui la politica si deve fare carico, mettendo la faccia e la firma”, dice. Preannunciando poi un intervento in favore dell’Ipab di Paternò (“che rischia la chiusura”), Galvagno chiosa: “La politica deve sempre assumersi la responsabilità di decidere e classificare le reali urgenze rispetto a temi e questioni meno impellenti”.

Tra le file della maggioranza, intanto, si registra soltanto l’uscita del leghista Vincenzo Figuccia, che sfiora così il tema delle ‘mance’: “La manovra prevede un pacchetto di investimenti destinati alla realizzazione di opere infrastrutturali con l’obiettivo di rafforzare i servizi, sostenere le comunità e promuovere lo sviluppo locale”.


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