18 Novembre 2012, 14:25
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PALERMO – “È crollato improvvisamente. Sull’asfalto non dava alcun segno di vita”. Descrivono così, i maratoneti che stavano correndo insieme a Vincenzo Mutoli, quel terribile momento in cui tutto si è fermato. Qualcosa è andato storto, nonostante l’atleta avesse presentato il certificato obbligatorio che certifica l’idoneità all’attività sportiva, il suo cuore ha smesso di battere, ponendo fine a quella corsa e alla sua vita. “I documenti che certificano la sana e robusta costituzione – spiegano dal comitato organizzativo della manifestazione – vengono obbligatoriamente richiesti ad ogni atleta dalle associaizoni sportive di cui fanno parte e, in questo caso, la Fiamma Rossa, aveva acquisito quelli di Mutoli. Purtroppo – aggiungono – si tratta di vere e proprie tragedie. Di fronte ad un attacco cardiaco nulla è prevedibile”.
Dall’organizzazione spiegano anche le fasi dei soccorsi nei confronti del maratoneta. “I sanitari sono arrivati immediatamente sul luogo in cui Mutoli si è accasciato. Il primo a soccorrere l’atleta è stato il responsabile sanitario del percorso, il dottore Salvatore Salzano, che ha effettuato un primo massaggio cardiaco. Subito dopo è stato azionato il defibrillatore, l’equipe di medici si è messa interamente al lavoro – precisano -. Poi Mutoli è stato intubato e trasportato all’ospedale di Villa Sofia, ma è arrivato senza vita”. Una procedura repentina quindi, che però non è riuscita a strappare Mutoli alla morte.
Il maratoneta partecipava da anni alle manifestazioni sportive. Mutoli, secondo il racconto di chi lo conosceva era un grande appassionato della corsa. Tra le sue ultime gare, quella ad Isola delle Femmine: il quarto trofeo de “La corsa del Mare”.
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18 Novembre 2012, 14:25