26 Novembre 2009, 10:58
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“Per esperienza mia personale prima di usare un linguaggio pesante come ‘follia’ uno dovrebbe capire i dati”. L’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, risponde così alle esternazioni del ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, che si era schierato contro la paventata chiusura dello stabilimento di Termini Imerese della casa torinese. “Se uno poi li capisce magari tira conclusioni diverse – ha continuato Marchionne – aspettiamo il primo dicembre e poi anche il 21”, le date, rispettivamente, dell’incontro col ministro Scajola e con le parti sociali.
Da Mosca risponde il ministro che non fa un passo indietro. “Non si può fermare o far crollare un polo industriale come Termini Imerese dove c’è la disponibilità da parte del settore pubblico, intendo sia la Regione che il Governo, a proseguire investimenti per la migliore infrastrutturazione di quell’area. Su Termini Imerese – ha aggiunto – nel tempo gli investimenti della Fiat e anche quelli pubblici sono stati significativi”.
“Comprendo la necessità che tutto il comparto automobilistico abbia bisogno di ristrutturazione”, ha affermato Scajola ribadendo la sua contrarietà alla chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese a fronte di una disponibilità pubblica ad investire. “Ci auguriamo che questo renda possibile il proseguimento di uno stabilimento Fiat, comunque – ha concluso – non si può pensare nel nostro Paese di diminuire lo sviluppo industriale, tanto più nel Meridione dove vogliamo intensificare la presenza industriale, facendo la nostra parte”.
Ma a dare manforte ai difensori della fabbrica termitana ci pensa anche il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, per cui il sito siciliano “è strategico per il sistema Paese e per il Mezzogiorno” concludendo che “bisogna trovare una soluzione anche per Termini”.
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26 Novembre 2009, 10:58