30 Novembre 2009, 10:56
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Cauta apertura del numero uno della Fiat, Sergio Marchionne alle istanze dei sindacati e dei lavoratori dello stabilimento di Termini Imerese, proprio nel giorno in cui l’a.d. della casa automobilistica torinese incontra a Roma i rappresentanti sindacali che a gran voce, nei giorni scorsi, avevano chiesto la convocazione di un “tavolo” di discussione. Secondo Marchionne “Fiat è disposta a fare tutto ciò che è necessario per Termini, a patto che il governo faccia chiarezza”. Il richiamo dei vertici aziendali del Lingotto alle responsabilità dell’esecutivo non arriva casualmente, visto che per domani è in programma il vertice con il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, già recatosi nella cittadina termitana durante i giorni caldi della protesta per incontrare una rappresentanza sindacale degli operai siciliani. Le premesse dell’incontro di oggi rendono, comunque, abbastanza difficile il raggiungimento di un accordo tra le parti : il nuovo piano industriale di Fiat prevede, infatti, lo smantellamento
del centro di produzione siciliano “a causa dei costi eccessivi” e il dirottamento della realizzazione del nuovo modello della Lancia Ypsilon in Polonia. Proposito questo che ha mandato su tutte le furie il sindacato , che per bocca del delegato Cgil-Fiom Roberto Mastrosimone ha parlato di “decisione piuttosto strana di Fiat” che l’anno scorso aveva invece investito altri 550 miloni di euro su Termini e aveva definito lo stabilimento “uno dei migliori per qualità del lavoro”. Ed una stroncatura piuttosta esplicita alla ridefinizione della politica di produzione del Lingotto era arrivata dal ministro Scajola che aveva bollato come “folle” l’eventuale piano di chiusura di Termini. Scende in campo, intanto, nella difficile vertenza anche la Regione Sicilia, che dopo il varo della legge sul credito d’imposta, si è dichiarata disponibile ad attivare un mutuo “per 150 milioni al fine di rendere più competitivo il territorio”, con l’obiettivo dichiarato di colmare lo storico gap infrastrutturale che grava sulla realtà produttiva isolana. Secondo Marchionne, invece, l’unica strada percorribile per consentire all’industria automobilistica italiana di tenere il passo di quella delle altre nazioni è quella di “una seria analisi dei dati industriali, delle capacità produttive e dei costi”. Attendono con ansia, intanto, i risultati dell’incotro di oggi a Roma tra parti sociali ed azienda,i 1.300 operai dello stabilimento Fiat di Termini che trascorreranno le feste natalizie in cassa integrazione, dopo che già hanno subito una pesante decurtazione sul salario mensile.
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30 Novembre 2009, 10:56