24 Febbraio 2014, 17:03
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PALERMO – La marijuana? La coltivava e la fumava per uso terapeutico. Il giudice per l’udienza preliminare Nicola Aiello ha mandato assolto un perito informatico palermitano.
Quando gli investigatori fecero irruzione nella sua abitazione trovarono quattro piantine di cannabis e tutto l’occorrente per coltivarle. Comprese alcune lampade alogene. E così l’uomo finì sotto inchiesta. Il legale della difesa, l’avvocato Vincenzo Pillitteri, ha chiesto che venisse giudicato con il rito abbreviato. Nel corso del processo ha depositato tutta la documentazione che ripercorreva la storia clinica dell’imputato.
Il perito quarantenne, infatti, era stato colpito da un tumore con la conseguente asportazione dei testicoli. Da qui una forte crisi depressiva tanto che lo psichiatra, in alternativa ai farmaci, gli consigliò il consumo di marijuana. Il legale, nel corso della sua arringa, ha chiesto l’assoluzione dell’imputato con la formula perché il fatto non costituisce reato, invocando l’articolo 54 del codice penale: “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”. Anche il pubblico ministero, Calogero Ferarra, aveva chiesto l’assoluzione.
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24 Febbraio 2014, 17:03