La denuncia di Marino: |”Posti in cambio di voti”

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08 Novembre 2013, 15:01

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CATANIA – Imprenditoria e politica tra i principali soggetti che alimentano le distorsioni nello smaltimento dei rifiuti sull’isola. L’assessore regionale all’Energia Nicolò Marino torna a polemizzare con Confindustria in occasione del convegno “Estorsione e reati ambientali. Connessioni?” organizzato dall’Associazione antiestorsione di Catania “Asaec”. Ma non solo. Nella giornata di oggi, l’assessore ha anche lanciato un altro allarme, relativo a presunte pratiche clientelari in vista del voto amministrativo in primavera in provincia di Catania.

Marino è un fiume in piena e non risparmia accuse all’una e all’altra categoria parlando del caso Sicilia. “C’è un sistema imprenditoriale strettamente legato alle logiche della politica e un sistema politico che ritiene di doversi servire di un sistema imprenditoriale – afferma. Chiaramente, questo sistema porta a una devianza non solo relativamente all’esercizio di impresa, ma anche nell’esercizio dell’attività politica e amministrativa”. Legami e interessi che per l’assessore avrebbero incancrenito il meccanismo a tal punto da renderlo quasi fuori controllo. “La vicenda di Confindustria che ho citato è nota e si riferisce alla declaratoria dell’emergenza sul ciclo dei rifiuti della città di Palermo e sull’impiantistica del territorio siciliano. Quando io e il mio direttore generale siamo stati convocati in commissione ambiente al Senato – racconta – abbiamo avuto la notizia che, dopo la nostra audizione, era stata inviata una nota di Legambiente e Confindustria che contestava la declaratoria dell’emergenza per l’impiantistica. Guarda caso – prosegue – il soggetto firmatario di quella nota, era il vicepresidente di Confindustria, titolare di una discarica vecchio stampo. Evidentemente, Confindustria non riesce a controllare i propri iscritti, anche quelli che hanno ruoli istituzionali”.

Va anche oltre Marino, e attacca l’associazione degli industriali su un altro fronte, affermando di non credere a un’antimafia fatta di parole. “Io credo e ho vissuto l’antimafia dei fatti – afferma – l’antimafia che ha portato a morte i nostri eroi e non vedo eroi dell’antimafia in vita. Gli esponenti di Confindustria non fanno altro che dire cose ovvie: è chiaro che l’impresa deve essere trasparente e che il fine dell’imprenditore non può essere il denaro per il denaro. Anche la mafia parlava di antimafia”.

Affonda un altro colpo, l’assessore, tenendo più che viva la polemica, prima di evidenziare quanto avviato dalla Regione proprio per tentare di raddrizzare il sistema. “Abbiamo fatto tanto – dice – una legge sui rifiuti che ha portato all’eliminazione degli Ato; stiamo gestendo un periodo di transizione – prosegue – perché gli enti territoriali che si sono dichiarati in grado di gestire il sistema, in effetti ancora non lo sono. Abbiamo emanato direttive pesantissime per le discariche private che chiudono le porte agli enti territoriali perché è una forma di ricatto. Utilizzando i poteri emergenziali che ci sono stati dati dal governo nazionale – aggiunge – stiamo sostituendo, e speriamo di arrivare a farlo, di costruire impianti pubblici che, innanzitutto tolgano l’oligopolio che le discariche private hanno. Infine, stiamo regolamentando i prezzi di conferimento. Abbiamo anche trovato forti resistenze sul territorio,come ad esempio ad Adrano, il cui comune ha disconosciuto la proprietà della spazzatura e siamo dovuti intervenire diffidando il sindaco, ma siamo pronti a vigilare sul territorio”.

Una lunghissima parentesi politica all’interno di un convegno organizzato per puntare l’attenzione sullo stato della lotta alle ecomafie in Sicilia e che contava, tra i relatori, anche il capocentro della Dia di Catania Angelo Bellomo, l’epidemiologo Anselmo Madedd e il procuratore della Repubblica di Catania, Giovanni Salvi, cui sono state affidate le conclusioni, che ha fatto riferimento alle recenti indagini effettuate su Catania – la discarica di Monte Po o alla vicenda ancora più significativa dell’Aimeri ambiente su tutte – evidenziando l’attenzione della Procura verso il fenomeno.

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Poco prima l’assessore Marino aveva lanciato un allarme, con un comunicato stampa. Nel quale il responsabile dell’Energia ha denunciato presunti movimenti sospetti in vista del voto amministrativo della prossima primavera nel Catanese. “Non consentirò – si legge nella nota di Marino – che con l’approssimarsi delle elezioni che si terranno la prossima primavera, partiti e movimenti politici possano condizionarne l’esito attraverso assunzioni e pratiche clientelari”.

“Arrivano già preoccupanti segnali dal Comune di Motta S. Anastasia – scrive l’assessore -, dove vengono annunciati e promessi posti di lavoro nelle discariche o presso cliniche private. In un momento di grave crisi occupazionale che interessa tutta la penisola e in particolare la Sicilia, Trarre consenso con questi metodi oltre a costituire reato significa andare ancora avanti con una politica che dobbiamo ad ogni costo combattere. Scambiare il consenso elettorale con i bisogni della gente è quanto di più miserabile.

 

 

 

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08 Novembre 2013, 15:01

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