01 Agosto 2022, 18:02
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PALERMO – Indagini fatte male, omissioni, reticenze e ritardi.
Mario Biondo non si è suicidato, ma dopo nove anni la verità è impossibile da raggiungere.
Quale verità? Per il giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello, c’erano tutti gli elementi per approfondire l’ipotesi dell’omicidio.
Il cameraman palermitano potrebbe essere stato assassinato nel 2013 nella sua casa di Madrid. Altro che suicidio o soffocamento durante un gioco erotico.
Le parole conclusive del gip sono durissime: “Gli elementi che si traggono dal fascicolo del Pubblico ministero, ad avviso del giudice, smentiscono la tesi suicidaria e lasciano pensare che Mario Biondo fu ucciso da mano rimasta ignota e successivamente collocato in una posizione atta a simulare un suicidio”.
L’archiviazione dell’inchiesta per omicidio da parte del giudice palermitano diventa un pesantissimo atto di accusa per l’autorità giudiziaria spagnola.
Ed ecco i punti dell’ordinanza del giudice che entrano nel cuore della questione.
“Risulta, in primo luogo, singolare che un gesto di autolesionismo non sia stato preceduto da manifestazione di intenti suicidiari, né sia risultato corredato, dal ritrovamento di manoscritti contenenti le ultime volontà del presunto suicida”.
“Risulta quanto meno sorprendente l’assenza di attività di investigazione tecnica (intercettazioni di conversazioni tra presenti e telefoniche) che, se tempestivamente disposta nell’immediatezza del ritrovamento del cadavere di Biondo, avrebbe potuto consentire di acquisire elementi di estrema rilevanza investigativa, resi inconsapevolmente dalla moglie di Biondo e dai soggetti a quest’ultima legati da rapporti amicali o parentali”.
“Le dichiarazioni rese dalla vedova Rachel Sanchez Silva presentano innumerevoli punti critici e sono dense di contraddizioni e di indici rivelatori di mendacio che avrebbero dovuto indurre gli inquirenti spagnoli a un più accurato approfondimento investigativo”.
“Non può non rilevarsi che il comportamento della moglie di Mario Biondo e della sua cerchia familiare e amicale presentava indici sintomatici di sospetto, poiché le relative deposizioni testimoniali si presentano ricche di contraddizioni e reticenze, sulla notte del decesso, sui giorni precedenti e sui conflitti tra i coniugi”.
“A smentire l’ipotesi suicidiaria concorrevano, in modo assolutamente inequivoco, le dichiarazioni rese dai familiari di Biondo, i quali evidenziavano che quest’ultimo non aveva mai sofferto di disturbi dell’umore, né di altre patologie di tipo psichiatrico o psicologico (meno che mai di depressione)”.
“Dagli atti contenuti nel fascicolo del pubblico ministero si evince che la polizia giudiziaria spagnola svolse indagini assolutamente sommarie a seguito delle quali si procedette (in terra di Spagna) ad archiviare la vicenda oggi in argomento come un caso di suicidio nel corso di un’attività autoerotica”.
“Appare assolutamente probabile che gli esiti della consulenza autoptica eseguita dal professore Paolo Procaccianti (allora responsabile della Medicina legale del Policlinico di Palermo ndr) siano stati viziati e persino del tutto compromessi dall’eccessivo lasso di tempo trascorso tra l’evento morte di Biondo e il momento in cui è stata eseguita l’autopsia”.
“Si ritiene, conseguentemente, che tali esiti dell’esame autoptico, pur nella accertata buona fede dell’autore di tali accertamenti, presentino diversi profili di incertezza, di guisa da non potere essere ritenuti attendibili’.
“Rimane irrisolto il dubbio relativo all’ematoma riportato da Biondo nella zona temporale sinistra del cranio, persino visibile dalle riproduzioni fotografiche e incompatibile con una dinamica sucidiaria etiologicamente collegabile al decesso di Biondo”.
“Altrettanto distonica rispetto alla tesi suicidiaria è la posizione degli oggetti raffigurati sulla libreria ove fu trovato il cadavere, tenuto conto che il peso del cadavere di quest’ultimo e gli spasmi imputabili all’ipotizzato suicidio, avrebbero dovuto certamente fare cadere molti di quegli oggetti che invece sono rimasti al loro posto”.
“Appare contraddittoria, in proposito, la tesi secondo la quale Biondo si sarebbe procurato l’ematoma alla parete temporale sinistra del cranio a causa dell’impatto nella libreria dovuto agli spasmi per l’impiccamento.
“Ed invero, se così fosse stato, se tali spasmi fossero stati così violenti da provocare un ematoma visibile ad occhio nudo, sarebbe stato impossibile che tali movimenti non avessero fatto cadere gli oggetti collocati nella libreria alla quale si trovava impiccato il cadavere del ragazzo”.
“Incompatibile con la tesi del suicidio è anche la circostanza che, secondo quanto riferito da alcune persone informate sui fatti, Biondo aveva manifestato il proposito di acquistare nuovi strumenti di lavoro, così prefigurando un futuro lavorativo che certamente smentisce il proposito suicidario”.
“La lettura degli atti del fascicolo del pubblico ministero, ad avviso di questo giudice, dimostra che gli organi inquirenti italiani (la Procura della Repubblica di Palermo e la Procura generale di Palermo) hanno profuso ogni possibile sforzo investigativo diretto ad accertare le cause della morte di Biondo, ma tali attività investigative scontano, inevitabilmente, il ritardo imputabile alle carenze investigative degli organi inquirenti spagnoli”.
“Le innumerevoli contraddizioni contenute nelle deposizioni rese dalla vedova del Biondo, avrebbero dovuto indurre gli inquirenti spagnoli a predisporre un immediato servizio di intercettazione telefonica e ambientale diretto ad acquisire ogni possibile elemento utile all’accertamento della verità dei fatti”.
“Biondo è stato descritto dalla polizia giudiziaria spagnola come un uomo che aveva fatto uso di cocaina e alcol e che aveva trovato la morte per suicidio a seguito di un gioco erotico. Nessuna di queste circostanze, tuttavia, risulta documentata e lascia quanto meno sorpresi la tesi dell’evento suicidario a seguito di un gioco erotico, posto che il cadavere di Biondo è stato ritrovato attaccato a una libreria”.
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01 Agosto 2022, 18:02