Cronaca

Mori, una vita sotto accusa e quell’interrogatorio fissato il 23 maggio

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21 Maggio 2024, 19:18

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PALERMO – Nessuno è al di sopra della legge e la verità va sempre cercata. Ci sono, però, due cose che saltano all’occhio nella nuova vicenda giudiziaria che coinvolge il generale Mario Mori, sotto accusa perché avrebbe potuto evitare, ma non lo ha fatto, gli attentati di Firenze, Milano e Roma del 1993.

Una è una questione sostanziale, l’altra un dettaglio ma non per questo di second’ordine.

La prima. Non si può non ricordare che su Mario Mori si indaga da due decenni. La mancata perquisizione del covo di Riina in via Bernini, a Palermo, il fallito arresto di Bernardo Provenzano a Mezzojuso e infine la trattativa Stato-mafia. Mori è stato processato e assolto tutte e tre le volte. Sono sentenze ormai passate in giudicato.

E allora si indaghi pure, nessuno freni l’insindacabile potere della magistratura, ma al contempo si prenda atto dell’abnormità di una vita trascorsa sotto accusa.

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La seconda. L’invito a comparire con contestuale avviso di garanzia è stato notificato il 3 maggio, ma l’interrogatorio davanti ai pubblici ministeri di Firenze è stato fissato alle 16 del 23 maggio. Giorno di commemorazione per la strage di Capaci in cui morirono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Casualità o, avrà riflettuto Mori, voluta concomitanza in un giorno di grande attenzione mediatica? Non è casuale che sia stato lo stesso Mori, ex comandante del Ros ed ex direttore del Sisde (i servizi segreti civili), a rendere nota la notizia della nuova inchiesta.

Probabilmente il generale ha pensato, a suo dire ingiustamente, che avessero scelto di convogliare su di lui l’attenzione.

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21 Maggio 2024, 19:18

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