Cronaca

Scandalo formazione, chi sono gli altri politici coinvolti nell’inchiesta

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17 Ottobre 2024, 15:25

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La forza del movimento politico “Via” di Nino Papania si sarebbe basata sui finanziamenti della formazione professionale. Con i soldi che l’Europa destinava ai corsi degli allievi siciliani l’ex senatore del Pd e deputato regionale avrebbe “comprato” l’appoggio di alcuni politici locali.

Per cinque indagati scatta il divieto di esercitare la funzione di consigliere comunale. Sono tutti coinvolti nell’inchiesta della Procura di Marsala e della sede palermitana della Procura europea.

Papania e altri tre arrestati

Papania (già in carcere da alcuni mesi per voto di scambio politico-mafioso) è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari assieme ad Angelo Rocca (dirigente regionale dell’Mpa e responsabile provinciale del movimento Via), all’ex consigliere comunale di Cinisi Manfredi Vitello (vice presidente del Ce.si.fo. p, uno degli enti di formazione coinvolti) e Ignazio Chianetta (responsabile del movimento “Via” a Marsala).

Gli altri indagati

Per altri politici il giudice per le indagini preliminari Annalisa Amato ha deciso anche il divieto di dimora. Sono i consiglieri comunali di Marsala Pellegrino Ferrantelli, Michele Accardi, Vanessa Titone e Antonio Giancana.

Sarebbero transitati dai loro partiti di appartenenza (Fratelli d’Italia, Udc, M5S e liste civiche) al movimento di Papania garantendogli appoggio elettorale alle elezioni regionali del 2022. Un trasformismo dettato dalla convenienza, secondo l’accusa.

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Obbligo di dimora anche per il presidente per Vincenzo Monteleone presidente del consiglio comunale di Custonaci. A tutti il gip applica il divieto di esercitare le funzioni di consigliere comunale.

Le accuse

La promessa del loro appoggio elettorale sarebbe stata ricambiata con posti di lavoro e incarichi per se stessi o per i familiari negli enti di formazione che gravitavano nell’orbita di Papania. Oltre al “Ce.si.fo.p”. anche “I.r.e.s” “Associazione Tai”.

I soldi, secondo la ricostruzione del procuratore Fernando Asaro e dei pm della Procura europea Calogero Ferrara e Amelia Luise, arrivavano dall’Europa tramite la Regione siciliana.

Milioni di euro, una parte dei quali già spesi per “corsi fantasma” e sfuggiti ai controlli. E stamani la finanza ha sequestrato 8,7 milioni di euro.

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17 Ottobre 2024, 15:25

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