Mascali sotto l’ombra della mafia| Ecco i nomi dei boss legati ai poteri

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29 Marzo 2013, 07:00

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CATANIA – Oggi, come venti anni fa, Mascali torna a fare i conti con un nuovo decreto di scioglimento per infiltrazioni mafiose. Negli ultimi mesi sul comune ionico la Procura di Catania ha acceso più di un riflettore. Gli uffici comunali di Piazza Duomo vengono più volte setacciati, nell’ambito di diverse indagini, da Fiamme Gialle e Carabinieri. Decine e decine i faldoni sequestrati dagli investigatori.

E poi lo scorso 10 gennaio l’operazione “Nuova Ionia”, coordinata dalla Procura e dalla Direzione Investigativa Antimafia di Catania, che ha fatto luce sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione dei rifiuti. Tutti i 14 comuni dell’Ato Ct1 vengono sfiorati dalla maxi inchiesta, Mascali viene investito in pieno. Tra i 16 indagati per i quali viene chiesta la misura cautelare in carcere risulta anche il primo cittadino di Mascali Filippo Monforte, l’assessore all’ecologia, Rosario Tropea e il dirigente della III area Bruno Cardillo. L’accusa per tutti e tre è corruzione aggravata e favoreggiamento. Il gip Marina Rizza, però, rigetta la richiesta. La Procura presenta ricorso al Tribunale del riesame. Al centro delle indagini l’affidamento, con compensi maggiorati di una serie di servizi di rimozione di alcune micro discariche nel territorio mascalese, alla ditta Alkantara 2001 gestita da uno degli arrestati, Roberto Russo, ritenuto esponente di spicco del clan Cintorino di Calatabiano e a lungo capo cantiere dell’Aimeri Ambiente. La contro partita, secondo l’accusa, sarebbe stata l’assunzione di amici nella ditta milanese che ha tuttora in appalto il servizio di raccolta dei rifiuti.

Tra gli arrestati di “Nuova Ionia” figurano anche i fratelli Alfio e Salvatore Tancona, secondo la Procura anch’essi legati al clan mafioso dei Cintorino, accusati di numerosi reati, dall’associazione per delinquere di tipo mafioso al traffico di stupefacenti. Nomi che a distanza di venti anni tornano alla ribalta della cronaca. Nel decreto del ’92 si legge: “Ancor più preoccupanti risultano i collegamenti del citato ex sindaco (Biagio Susinni) con ambienti malavitosi di significativo rilievo criminoso: lo stesso risulta infatti vicino a Venerando Tancona, fratello di Alfio Tancona, esponente mafioso del confinante territorio di Fiumefreddo ed affiliato al clan Pillera, attualmente detenuto in quanto imputato di associazione a delinquere di tipo mafioso, traffico di stupefacenti e sequestro di persona”.

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Nello stesso provvedimento si segnalavano diversi abusi nella gestione dei servizi comunali di nettezza urbana e di manutenzione della discarica pubblica. Corsi e ricorsi storici. Il decreto giunto ieri sembra tristemente preannunciato, non tanto dalle voci che ormai si rincorrevano insistenti da mesi, settimane e poi giorni, ma dal contenuto della relazione presentata nel luglio del ’94 dall’allora ministro degli interni Roberto Maroni, sull’attività svolta dalla gestione straordinaria dei comuni sciolti per condizionamento di tipo mafioso. Nella nota relativa a Mascali, dopo 24 mesi di commissariamento, si legge: “Occorre tener presente che non sono del tutto scomparse dalla vita politica e amministrativa le rappresentanze della vecchia compagine politica di Mascali, nella quale confluivano personaggi legati ad associazioni mafiose, e che si teme possano confluire nei nuovi gruppi politici”. Rappresentanze politiche rimaste a distanza di venti anni sostanzialmente inalterate. Oggi, come ieri, i politici al centro della scena a Mascali sono ancora Filippo Monforte e Biagio Susinni.

 

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29 Marzo 2013, 07:00

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