11 Aprile 2024, 18:21
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MASCALI (CATANIA) – Una denuncia, un grido d’aiuto, un piccolo terremoto politico. A Mascali le dimissioni di nove consiglieri su sedici fa decadere il consiglio comunale, lasciando la cittadina ai piedi dell’Etna priva di senato cittadino fino alle prossime elezioni comunali, previste per il novembre 2025. Fino ad allora le funzioni del consiglio saranno svolte da un Commissario regionale, mentre l’amministrazione del sindaco Luigi Messina rimarrà in carica, come previsto dalla legge regionale.
I nove consiglieri si sono dimessi per lanciare un segnale alla cittadinanza, sostenendo che l’amministrazione è molto in ritardo con diversi atti come la rendicontazione di bilancio e il lavoro per i fondi da impiegare in progetti sul territorio. I nove lamentano soprattutto lo scarso ascolto che l’amministrazione Messina avrebbe nei confronti del consiglio comunale.
A spiegare i motivi delle dimissioni è Giuseppe Cardillo, uno dei nove componenti del consiglio che ha deciso di andare via. Cardillo è coordinatore cittadino e consigliere di Forza Italia, e nelle ultime elezioni è stato l’avversario di Messina per la carica di sindaco: “Siamo di fronte a un’amministrazione – dice Cardillo – che se fosse riuscita a fare zero le cose sarebbero andate meglio. Sono riusciti a non intercettare nessun finanziamento ma anche a perdere quelli già acquisiti, come quello di 7 milioni di euro per il rifacimento della parallela di via Spiaggia, con le due bretelle di collegamento. Un’opera fondamentale per Mascali, che vive del turismo balneare a Fondachello”.
La contestazione riguarda anche il lavoro di tipo più amministrativo, sui conti del comune: “Questa amministrazione – dice Cardillo – è cronicamente in ritardo con i bilanci di previsione, i consolidati, i rendiconti, che vengono omessi o presentati in ritardo. Ad esempio il bilancio di previsione 2023 è stato approvato nel gennaio 2024, privandolo del tutto di efficacia ai fini della programmazione”.
I consiglieri dimissionari contestano all’amministrazione di Luigi Messina anche un mancato ascolto del consiglio comunale: “Allo zero dal punto di vista amministrativo – dice ancora Cardillo – aggiungiamo che non rispondono neanche alle interrogazioni del consiglio, una situazione in cui l’assessorato alle Autonomie locali è intervenuto diverse volte con degli ispettori”.
“Sono stati ignorati anche gli atti di indirizzo, – continua Cardillo – ad esempio Mascali fa parte del consorzio di depurazione terminale dei liquami insieme ai comuni di Giarre, Riposto, Fiumefreddo e Sant’Alfio, e il consiglio aveva chiesto di considerare la possibilità di avere attribuita la gestione del servizio idrico. L’amministrazione invece ha preferito ignorare l’atto del consiglio, firmato tra l’altro anche dalla maggioranza, e di affidare il servizio idrico ai privati”.
Di fronte a questo quadro i consiglieri comunali Ilaria Barbarino, Agata Cardillo, Giuseppe Cardillo, Gaetana Finocchiaro, Melania Le Mura, Emanuele Nigrì, Carmelo Portogallo, Graziana Scandurra e Rosario Tropea hanno deciso di presentare le dimissioni, facendo decadere il consiglio. “Non possiamo restare a braccia ferme di fronte a questo scempio – dice Giuseppe Cardillo – dunque abbiamo deciso di dimetterci. Nove consiglieri che decidono di dimettersi in blocco facendo decadere il consiglio sono un segnale forte”.
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11 Aprile 2024, 18:21