22 Aprile 2020, 10:07
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Distanza sociale e mascherine per tutti. Ma non solo. La quotidianità degli italiani che dal 4 maggio dovrebbero poter tornare a mettere il naso fuori casa con meno limitazioni cambierà in diversi altri modi. Fin quando non arriverà il vaccino o per lo meno una cura efficace contro il Covid-19, la vita di ogni giorno anche dopo il lockdown totale sarà rivoluzionata. Pure nella tanto attesa Fase 2. Oggi il governo dovrebbe fare le valutazioni definitive sul 4 maggio, ha detto la ministra De Micheli a Radio Capital. Al momento quello che si sa non ha ancora il crisma dell’ufficialità.
Al lavoro
Dal 4 maggio diverse categorie potranno tornare al lavoro. Non tutte. La riapertura sarà graduale e omogenea sul territorio nazionale, ha comunicato il governo. E questo malgrado in Italia ci siano zone con tassi di contagio ancora alti e zone, nel Sud, ormai quasi a zero. Eppure, i bar e ristoranti del Molise o della Basilicata, dove non si trovano quasi più casi nuovi, o della Sicilia, dove il rapporto tra nuovi contagi e popolazione residente è bassissimo, probabilmente continueranno a restare chiusi anche dopo il 4 maggio (mentre il panificio accanto vende cornetti e rosticceria senza limitazioni). Intanto, i loro dipendenti aspettano ancora la cassa integrazione in deroga che in Sicilia a oggi non ha ricevuto nessuno (Conte ieri ha sollecitato le regioni, mentre l’assessore al Lavoro della Sicilia si è indignato per le critiche sui tempi lunghi che a suo dire lunghi non sono). Conte però aveva anche parlato della possibilità di tenere conto delle peculiarità territoriali: in cosa questo si tradurrà lo si scoprirà a breve, probabilmente entro la fine di questa settimana.
Sarà incentivato per quanto possibile il prosieguo dello smart working per chi ha lavorato a distanza durante il lockdown. Niente meeting affollati, continuerà la stagione delle videoconferenze, con tutti i problemi legati alla qualità della rete in Italia, ma bisognerà farci l’abitudine.
La scuola, com’è noto ormai, non riaprirà. Se ne riparlerà a settembre, probabilmente con un inizio anticipato e con modalità ancora da definire.
Muoversi
Per chi torna al lavoro si dovranno rispettare e distanze. E negli spazi chiusi la distanza richiesta sarà probabilmente di due metri e non di uno, scrivono oggi i quotidiani nazionali. E si cercherà di scaglionare gli ingressi e le uscite con orari differenziati. Questo per evitare che si creino “ore di punta” con un eccesso di persone che si muovono contemporaneamente. Si cercherà di limitare il numero di persone a bordo dei mezzi pubblici. Si pensa anche a incentivare l’uso di altri mezzi come la bicicletta.
Si potrà passeggiare, correre e fare sport all’aperto lontani da casa, purché da soli. Si potranno incontrare familiari ma con mascherine e guanti. Sulla libertà di movimento per ragioni non legate al lavoro, però, il governo sta studiando a fondo le misure, scrive il Corriere della sera, perché al momento la priorità è far ripartire ciò che fa Pil.
In aereo si viaggerà a posti alterni. Accanto non si avrà nessuno, a meno che non si voli con familiari conviventi o con minori. Le procedure di controllo dovranno contemplare la distanza sociale. Le navette potranno trasportare un numero limitato di passeggeri. Insomma, probabilmente bisognerà essere in aeroporto con ulteriore anticipo.
La App che tracciai movimenti non sarà obbligatoria, si potrà scaricare su base volontaria.
Benessere e tempo libero
Non si parla per ora di riaprire palestre e piscine. Quanto a parrucchieri e barbieri saranno richieste misure stringenti, inclusa una costante sanificazione. Ma non si sa se questo tipo di attività saranno fra quelle che riapriranno subito o se per loro l’incubo del lockdown si protrarrà, mentre abusivamente qualcuno continua a lavorare a domicilio, come denunciato a Palermo.
Quanto agli stabilimenti balneari non c’è ancora chiarezza. Sembra che l’orientamento sia quello di tenerli aperti ma con notevoli distanze tra gli ombrelloni. Quali? Quante? I proprietari degli stabilimenti gradirebbero apprenderlo possibilmente non la settimana prima dell’inizio della stagione.
Per il capitolo sport professionistico, il calcio vuole ripartire. A porte chiuse, ovviamente. Bisognerà vedere cosa deciderà il governo. Come mai si può rispettare la distanza sociale tra i calciatori in campo resta un mistero. E nel caso sventurato di una nuova ondata di contagi di calciatori, i piani dei club e della Uefa rischiano di andarsi a fare benedire.
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22 Aprile 2020, 10:07