Cronaca

Massacrato per un pugno di euro: l’ex agente penitenziario condannato

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08 Aprile 2022, 11:43

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Nunzio Nicotra è stato massacrato. Dal numero di coltellate inferte da Agatino Gemma alla vittima non si può usare altro verbo. E d’altronde è stato quello usato dagli avvocati di parte civile nella discussione che ha anticipato l’arringa della difesa nel processo davanti alla Corte d’Assise di Catania. Gemma è stato condannato a 24 anni di reclusione. 

L’omicidio è quello avvenuto di via Formiche, nel cuore del rione Cappuccini di Catania, lo scorso anno. Nell’aprile 2021. I vicini di casa non vedendo Nicotra da tempo, hanno bussato alla porta del piccolo appartamento al pianterreno della stradina. Non ricevendo risposta hanno cercato di vedere qualcosa dalla finestra. Ed è lì che hanno fatto la macabra scoperta. L’anziano era sul letto ed era ben visibile il sangue. Immediatamente hanno chiamato la polizia e poi è arrivato il medico legale.

In poco tempo le indagini si sono concentrate sull’ex agente penitenziario che lo avrebbe accoltellato per un debito di poco meno di 300 euro che Nicotra non avrebbe restituito a un suo conoscente. La discussione accesa è finita nel sangue. Gemma lo ha ammazzato. Poi lo ha riposto sul letto. E poi se n’è andato chiudendosi alle spalle la porta della casa diventata teatro di un delitto. Gemma ha parzialmente confessato.

Il suo difensore, l’avvocato Luca Andolina, ha fin da subito chiesto una perizia psichiatrica per appurare sia la capacità di stare in giudizio sia di intendere e di volere nel momento della commissione del reato.
I consulenti sono stati sentiti nel corso del dibattimento. Audizioni che hanno caratterizzato un po’ l’andamento del processo. Anche nell’arringa difensiva il legale ha puntato sull’incapacità del suo assistito. Ma la Corte d’Assise presieduta da Sebastiano Mignemi ha condannato l’imputato ad una pena superiore a quella chiesta dalla pm Anna Maria Cianco, che era di 21 anni di carcere. Il collegio ha anche riconosciuto il risarcimento dei danni alle parti offese assistite dagli avvocati Gaetano Rizzo, Milena Patania, Claudio Gurrieri e Antonella Bannò, stabilendo una provvisionale di 30 mila euro in favore di Giuseppe, Antonino, Lucia e Domenica Nicotra. E di 51 mila in favore di Eugenia Salvatrice. 

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Alla lettura del dispositivo i familiari si sono abbracciati tra le lacrime. “Giustizia è stata fatta per il mio povero papà”, ha mormorato la figlia. “E’ solo il primo grado di giudizio, ma ci riteniamo pienamente soddisfatti della ricostruzione da noi svolta e sostenuta, avallata dalla decisione della Corte, al fine di far emergere la verità. Alla data di oggi giustizia è fatta. I congiunti della povera vittima potranno dire almeno nelle loro preghiere che nonostante l’immotivata e prematura privazione del loro caro, la legge ha comunque fatto il suo corso”, hanno commentato gli avvocati Gaetano Rizzo e Milena Patania. 

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08 Aprile 2022, 11:43

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