03 Settembre 2015, 17:40
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CALTAGIRONE (CATANIA) – Resta in carcere Mamadou Kamara, l’ivoriano di 18 anni accusato di avere ucciso per rapina, nella loro villa di Palagonia, il 30 agosto scorso, Vincenzo Solano, di 68 anni, e la moglie, Mercedes Ibanez, di 70. Lo ha deciso il Gip di Caltagirone che, accogliendo la richiesta della locale Procura, ha convalidato il fermo del giovane, eseguito dalla polizia di Stato lo stesso giorno del duplice omicidio, ed emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Il Gip ha ritenuto sussistenti gli indizi di colpevolezza nei confronti dell’indagato e valutato anche il pericolo di fuga e l’inquinamento delle prove. Kamara, arrivato a Catania l’8 giugno scorso con un maxisbarco e dai giorni successivi ospite del Cara di Mineo, continua a ripetersi innocente. Ma al Gip non avrebbe saputo spiegare perché indossava l’abito della vittima e perché i suoi pantaloni insanguinati fossero nel borsone, che aveva con sé rientrando al Cara, assieme al telefonino, un pc portatile, due macchine fotografiche e una collana d’oro rubate nella villa di Palagonia. Inoltre nella casa della famiglia Solano investigatori della squadra mobile di Catania e della polizia scientifica hanno trovato parte di una collana che il migrante aveva addosso quando è stato fermato. Secondo l’accusa, si sarebbe rotta durante la colluttazione che avrebbe avuto con i coniugi.
Il Procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, che domani terrà una conferenza stampa, sottolinea che “il Gip ha confermato l’impianto dell’accusa” e ribadisce che “l’inchiesta continua”. Sul fronte delle indagini c’è stato un nuovo sopralluogo della polizia scientifica nella villa della famiglia Solano. Intanto investigatori della squadra mobile della Questura e del commissariato della polizia di Stato di Caltagirone stanno visionando le immagini di numerose telecamere di sorveglianza sequestrate a Palagonia. Ci sarebbero dei frame in cui si vedrebbe Kamara da solo, senza complici. Intanto, la polizia postale di Catania continua a esaminare il cellulare in uso all’indagato alla ricerca di elementi utili alle indagini. (ANSA)
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03 Settembre 2015, 17:40