Massaggi e sesso in via Dante| "Prostitute per colpa della crisi" - Live Sicilia

Massaggi e sesso in via Dante| “Prostitute per colpa della crisi”

Tra le cinque ragazze trovate nell'insospettabile appartamento trasformato in una casa d'appuntamenti, una diciannovenne che non riusciva a trovare lavoro. Un'altra aveva già svolto l'attività in un centro massaggi chiuso recentemente dalle forze dell'ordine. Per nulla ambigui i messaggi su internet: sottolineavano la presenza di massaggiatrici italiane che avrebbero garantito un "estremo relax".

Palermo, il centro hot in via Dante
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PALERMO – Una scelta difficile dovuta alla crisi, alla disoccupazione e al lavoro malpagato. Hanno giustificato così la loro attività che si svolgeva tra le mura di un signorile appartamento al piano terra di via Dante.

Si tratta delle cinque donne che lavoravano nel centro massaggi “hot” scoperto dalla sezione Criminalità straniera e prostituzione della squadra mobile, guidata dal vice questore Rosaria Maida. Il contesto era quello di una elegante palazzina del Novecento in pieno centro città, in quelle stanze si accoglievano clienti benestanti, liberi professionisti e imprenditori di ogni età che si recavano sul posto dopo aver fissato un appuntamento grazie agli annunci trovati su internet.

Inserzioni che ben poco lasciavano all’immaginazione, visto che lasciavano chiaramente intuire lo sfondo sessuale degli incontri. Chi varcava la soglia di quel portoncino a pochi metri da piazza Virgilio e metteva piede nell’appartamento al piano terra, sapeva già che non avrebbe ricevuto soltanto un massaggio. D’altronde, sia tramite il passaparola che attraverso i siti più noti di annunci, era palese che il messaggio “corpo a corpo” si riferisse ad un vero e proprio rapporto sessuale. Così come le parole utilizzate nelle inserzioni, volte a descrivere un contesto di “pieno relax e tranquillità”, nel quale veniva sottolineata la presenza di ragazze italiane e non orientali.

La concorrenza con i centri massaggi cinesi, infatti, è ormai diventata spietata. Le lanterne rosse spuntano come funghi in tutta la città e già negli scorsi mesi la polizia ha smantellato numerosi giri di prostituzione che si celavano dietro attività che di insospettabile avevano ben poco. Porte ben chiuse, con tanto di immagini affisse sulle vetrate per non rendere visibile il locale all’interno, apertura h. 24, clientela esclusivamente maschile e prezzi stracciati per “massaggi” effettuati da ammiccanti e giovanissime ragazze orientali. Da via Vincenzo Di Marco a via Lincoln e via D’Amelio, i centri massaggi cinesi sono stati sequestrati a raffica.

E l’attività di monitoraggio resta costante, specie nella zona centrale della città, dove il “bacino d’utenza” sembra essere più ampio e può contare su clienti che non ci pensano due volte a sborsare decine di euro per un “total body”. Nel caso delle ragazze italiane del centro di via Dante, però, si arrivava a cento euro e a seconda delle spese, chi si prostituiva consegnava circa duecento euro al mese a chi aveva preso in affitto l’appartamento, intestatario formale di tutte le utenze.

Proprio attraverso le bollette di luce e gas, gli investigatori hanno individuato le due persone denunciate a piede libero per favoreggiamento della prostituzione: sarebbero state loro, padre e figlia, a prendere ufficialmente in affitto l’appartamento ad ottobre, a pagare le utenze e ad inserire materialmente gli annunci sul web per attirare più clienti possibili. E nel “settore” ci sarebbe stato chi aveva già esperienza. Una delle ragazze che avrebbe offerto sesso a pagamento in via Dante, aveva lavorato in un altro centro massaggi a luci rosse della città, scoperto e chiuso dalle forze dell’ordine recentemente. Insieme a lei, altre quattro donne, tra cui una diciannovenne, la più giovane del gruppo.

Tutte e cinque hanno spiegato alla polizia di aver deciso di prostituirsi perché con le spalle al muro, perché messe alle strette da lavori in nero, precari e poco remunerativi o dalla vana ricerca di un’occupazione. D’altronde già un anno fa era emerso l’amaro contesto in cui era maturato un giro di prostituzione che aveva base in un centro benessere nella zona dei cantieri navali. Ad effettuare i massaggi “hard” erano giovani mamme, tra cui diverse casalinghe che hanno dichiarato di non riuscire ad arrivare alla fine del mese e di essere state spinte a questo tipo di attività dalla crisi economica.


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