25 Marzo 2013, 14:57
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PALERMO – Massimiliano Perricone e Salvo Zarcone si conoscono da una vita. Da piccoli giocavano insieme a calcio, vicino alla chiesa di Santa Maria Goretti, in corso dei Mille. La zona di “Guarnaschelli” è la loro casa: nel quartiere li conoscono tutti, specie da quando hanno preso in gestione un’area dell’officina in cui ha sede il centro gomme Ciaramitaro. I due ragazzi ancora dispersi nelle acque di Palermo avevano infatti aperto un’attività che si occupa della revisione delle auto e, da cinque anni, condividono praticamente tutto.
Davide Arena, il ragazzo di trent’anni recuperato senza vita ieri dai soccorsi, era un loro amico fraterno. “Erano inseparabili – dice il titolare dell’officina, Ferdinando Ciaramitaro – e Davide li veniva a trovare ogni giorno. Massimiliano e Salvo sono dediti al loro lavoro, di solito restano qui in officina dalla mattina alla sera senza lamentarsi, ma con passione, con amore per la loro attività. Un impegno quotidiano che gli ho sempre riconosciuto, perché i ragazzi come loro sono davvero pochi”.
Oggi quell’area in cui si effettuano le revisioni è chiusa. Nel piccolo ufficio le cui vetrate sono serrate s’intravedono le foto dei ragazzi, in una delle quali Salvo bacia alla madre. Poi le immagini con la fidanzata e con gli amici. “Non ho alcuna voglia di lavorare oggi – dice un impiegato del centro, Maurizio Davì – ho il cuore a pezzi. Forse sembra normale e sottointeso quello che diciamo di questi due ragazzi, ma sono davvero delle persone dal carattere raro. Massimiliano e Salvo sono trasparenti, incapaci di provare rancore, di creare screzi. Disponibili di fronte ad ogni richiesta d’aiuto”.
Ma soprattutto, i due giovani, sono sub esperti. “Fanno pesca subacquea – raccontano gli amici – ieri stavano andando a pescare con le canne, ma spesso indossavano la muta perché amavano il mondo sott’acqua. Anche Davide praticava pesca subacquea: “Per questo non ci spieghiamo cosa possa essere successo – aggiunge Davì – non era di certo uno sprovveduto”. I due colleghi di lavoro che le motovedette e l’elicottero stanno cercando abitavano a pochi metri dall’officina: Salvo viveva al civico 4 di via Chiavarelli, Massimiliano in corso dei Mille, vicino all’abitazione di Davide Arena.
All’interno dell’officina dove si respirano la sofferenza e il dolore per i tre ragazzi, si avvicina poi un giovane che lavorava a stretto contatto con Salvo e Massimiliano: “Non riesco nemmeno a parlare – dice Salvo Giuliano – ma che sono persone speciali devo dirlo. Conoscerli è stata una fortuna, è veramente difficile avere amici che danno il cuore: io li avevo”. Le frasi del ragazzo s’interrompono per dare spazio alle lacrime, ma ci sono le ultime tre parole tra i singhiozzi: “Non è giusto”.
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25 Marzo 2013, 14:57