Massoni, mafiosi e funzionari| Favori e appalti: sette arresti

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31 Luglio 2019, 06:07

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PALERMO – Mafiosi e pure massoni. Quando c’era da chiedere un favore il maestro venerabile della loggia agrigentina chiamava il ‘fratello’ a Palermo. Quest’ultimo, funzionario regionale, e anche lui maestro venerabile, aveva le amicizie giuste per risolvere i problemi.

Sono sette le persone fermate in un un blitz dei carabinieri del Ros e del comando provinciale di Agrigento, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Sei sono accusate di associazione mafiosa per avere fatto parte della famiglia di Licata, mentre il funzionario di risponde di concorso esterno perché avrebbe contribuito a rafforzare l’organizzazione.

Come? Bussando, per conto dei boss agrigentini, alla porta degli uffici pubblici. In cambio avrebbe ottenuto, a sua volta, dei favori ben consapevole, secondo l’accusa, di averli chiesti a un mafioso. È su una rete di relazioni di alto livello che si concentrano il procuratore Francesco Lo Voi, l’aggiunto Paolo Guido e i sostituti Claudio Camilleri, Calogero Ferrara e Alessia Sinatra.

Tra i favori che sono emersi dalle intercettazioni ci sarebbe anche quello di fare ottenere un sostanzioso sconto sulle spese di giustizia a carico di alcuni mafiosi. A chi viene arrestato e condannato lo Stato presenta il conto per le spese processuali e per il mantenimento in carcere. Un conto che può essere salato. Nell’inchiesta sono emersi gli interessi della mafia in importanti attività imprenditoriale in corso di realizzazione nell’Agrigentino.

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31 Luglio 2019, 06:07

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