Mastrosimone: “Fiat, |è presto per essere ottimisti”

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15 Febbraio 2011, 12:27

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Riconversione dello storico stabilimento Fiat di Termini Imerese, sette progetti di aziende inserite nella famosa “short-list” dell’Advisor Italia, che guardano anche oltre la produzione di automobili, prevedendo fiorivadistica, energia solare e cinematografia, tutti nello stesso stabilimento; forte incremento dell’occupazione e circa un miliardo di euro come investimento pubblico e privato.

Sono questi i contenuti generali dell’accordo firmato ieri da Fiat ed enti locali, ma per il segretario generale della Fiom di Termini Imerese, Roberto Mastrosimone, non è ancora tempo di festeggiamenti: “Non possiamo esprimere ancora un giudizio senza conoscere tutto quello che c’è dietro le proposte, e se vi è sicuramente un aspetto positivo che è l’impegno delle risorse, dobbiamo ancora capire come saranno rioccupati i lavoratori, se le proposte sono adeguate e di qualità. Per questo il giudizio deve essere inevitabilmente rimandato a quando si conosceranno i dettagli”.

Non una posizione di ostruzionismo fine a sé stessa quindi, ma una sospensione di giudizio dovuta alla mancata conoscenza dei termini specifici dell’accordo. Eppure le maggiori confederazioni come Cisl, Uil e Ugl si sono posizionate ancora una volta in direzione ostinata e contraria rispetto alla Cgil, le dichiarazioni dei dirigenti sindacali non nascondono l’ottimismo e c’è chi auspica per Termini un vero e proprio polo industriale.

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“Se il giudizio positivo degli altri sindacati è rivolto all’investimento, li capisco, perché anche noi siamo favorevoli alla partecipazione pubblica e privata, però c’è da dire che loro sono sempre stati scettici al riguardo, eravamo noi all’inizio a spingere per una soluzione alternativa. Il problema è nel merito, non nel metodo, si parla di oltre 2.000 lavoratori che per 41 anni hanno prestato servizio per la Fiat – che nonostante tutto è un progetto che guarda al futuro – ai quali le nuove aziende devono assicurare le stesse garanzie e caratteristiche di cui godevano prima”.

Di sicuro quindi le migliaia di operai di Termini Imerese non perderanno il posto di lavoro alla fine dell’anno, ma se il progetto andrà in porto, come secondo le migliori aspettative, saremo realmente davanti ad un caso di rinascita aziendale dalle macerie della crisi – per parafrasare il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani? “C’è da capire se le cose che vengono dette hanno la possibilità di concretizzarsi, si parte dal principio che un’azienda vuole impiegare un numero preciso di lavoratori, ma come? In che modo? Mi sembra fin troppo semplice posta in questo modo, e non dimentichiamo la grande incognita della disposta del mercato”.

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15 Febbraio 2011, 12:27

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