Matteo Messina Denaro, la mappa dei viaggi e degli affari

Matteo Messina Denaro: la mappa dei viaggi in Italia e all’estero

Dove è stato durante la latitanza prima di ammalarsi e tornare "a casa"

PALERMO – Ci sono delle bandierine da piazzare nella mappa degli spostamenti e dei viaggi di Matteo Messina Denaro. Calabria, Albania, Tunisia, Spagna, Montenegro: i carabinieri del Ros stanno ricostruendo la vita del latitante prima che si ammalasse di tumore e decidesse di tornare in Sicilia.

Nelle indagini della Direzione distrettuale antimafia di Palermo la malattia segnerebbe un cambio di strategia. Il padrino ad un certo punto avrebbe deciso di uscire allo scoperto, di fare rientro nel Trapanese, la provincia dove è nato e ha vissuto fino al 1993, anno in cui inizia la sua fuga.

Calabria

Nell’estate del 2017 è stato ascoltato il dialogo tra il capomafia di Trapani, Nicola Accardo, e Antonino Triolo, originari di Partanna in provincia di Trapani: “… hai scritto tu?”; “… glielo ho fatto sapere… il fatto… Matteo”; “… ed hai chiuso il conto?”; “Tu domani ci vai…”; “… no… io domani…”; “… lascia perdere… ascolta lui… qua non gli ha detto che sta qua… dice che era in Calabria ed è tornato…”.

In sottofondo c’era il rumore dello sfregamento della carta. Gli investigatori sono certi che avessero in mano un pizzino scritto dal latitante che al rientro dalla Calabria avrebbe pianificato degli incontri: “… passa qua… ed i cristiani ci vanno… e allora gli ho detto questo coso di qua…”; “… interesso della discussione… il cognato?”; “Sua sorella, sua sorella”; “… qua… nel bigliettino è scritto… lo vedi? Questo scrive cosa ha deciso…”.

Quindi Triolo entrava nei particolari: “… la madre di Matteo… che lui non scrive si lamenta, lui deve scrivere… vorrei vedere a te… non gli interessa niente di nessuno…”. Quindi, poco prima di strappare il biglietto, spiegavano che il pizzino era arrivato tramite tale Nicola e c’erano riferimenti alla “famiglia” e alla “gerarchia”.

Sulla presenza, più recente, del latitante in terra calabrese stanno indagando i carabinieri del Ros. C’è un legame antico fra le cosche mafiose trapanesi e le ‘ndrine calabresi. Hanno a lungo fatti affari con la droga. Dagli stupefacenti potrebbero arrivare i soldi usati dal latitante. Nella casa covo di vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, c’è la contabilità: spendeva fino a 15 mila euro al mese.

I viaggi in Spagna e Tunisia

In Spagna potrebbe esserci tornato per motivi di salute. C’era già stato, a Barcellona, nel 1994 per sottoporsi a un intervento chirurgico agli occhio presso la clinica Barraquer. In Tunisia gli interessi occulti di Messina Denaro potrebbe essere stati coperti da alcuni imprenditori impegnati nel settore ittico. In Africa d’altra parte aveva concentrato una parte degli interessi Giuseppe Guttadauro, medico e boss del rione Brancaccio. In Marocco, a Larache, i Guttadauro lavorano il pesce fresco. Giuseppe Guttadauro è fratello di Filippo, uno dei cognati del latitante (ha sposato la sorella Rosalia).

Albania

La pista degli affari della droga conduce gli investigatori fino in Albania. A Tirana nel 2014 era stato intercettato, prima di essere arrestato e condannato a 10 anni, Luca Bellomo, marito di Lorenza Guttadauro, nipote del capomafia (figlia della sorella Rosalia e del marito Filippo Guttadauro), e pure suo avvocato.

Montenegro

A motivi molto più leggeri sarebbe legato il viaggio, o i viaggi, di Matteo Messina Denaro in Montenegro. A spingerlo nella penisola balcanica la passione per il gioco. In Montenegro ci sono diversi casinò.


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