14 Aprile 2023, 16:08
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PALERMO – Nega il suo ruolo. Matteo Messina Denaro tenta di auto scagionarsi da uno dei tanti omicidi efferati che ha commesso nella sua vita da criminale. Lo ha fatto negando di avere contribuito alla tremenda sorte riservata al piccolo Giuseppe Di Matteo, strangolato e sciolto nell’acido, e lo ha rifatto per l’omicidio di Antonella Bonomo.
Il giudice per le indagini preliminari Alfredo Montalto ha interrogato Messina Denaro nelle scorse settimane nell’ambito di un’inchiesta per estorsione. In quel contesto il capomafia ha parlato del delitto.
Il giudice nell’ordinanza di custodia cautelare, che ieri ha raggiunto la maestra Laura Bonafede (guarda il VIDEO dell’arresto), ricorda “l’uccisione di Antonella Bonomo in stato di gravidanza, cui Messina Denaro ebbe a partecipare personalmente nel luglio 1992, ancorché il predetto abbia recentemente tentato di sminuire la gravità – di tale ultimo omicidio asserendo di avere svolto ex post una indagine, che, a suo dire, avrebbe accertato che la ragazza non era incinta”. In realtà ha negato tutto, dice di non avere ucciso la donna.
Vincenzo Milazzo, capomafia di Alcamo, dissentiva dalla strategia delle stragi voluta dai corleonesi nel 1992. Gioacchino La Barbera, uno dei sicari che vennero incaricati di uccidere Milazzo, raccontò che la vittima fu invitata in un casolare per una “mangiata” e poi gli sparano un colpo alla testa.
Fra il 14 e il 15 luglio, pochi giorni prima della strage Borsellino, se la presero con la compagna di Milazzo, Antonella Bonomo. La strangolarono. Aveva 23 anni, faceva la maestra, ed era incinta di tre mesi. I mafiosi la zittirono convinti che conoscesse i segreti di Milazzo.
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14 Aprile 2023, 16:08