29 Dicembre 2020, 05:02
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CATANIA – Quarantadue sono i giorni trascorsi dall’inizio della fase più dura del coronavirus. Quarantadue sono i chilometri che Maurizio Jack Giustolisi, 44 anni, abitualmente, correva, da grande atleta, prima del ricovero in un reparto Covid. E adesso è al centro di quel percorso, di quella corsa. Una corsa per la vita, con un’intera città che fa il tifo per lui.
Tutto è iniziato intorno al 20 novembre, quando le condizioni di Maurizio Giustolisi si sono aggravate a causa del coronavirus. Non solo un atleta, Maurizio è dipendente della St, molto conosciuto e apprezzato. Ed è proprio all’inizio di questa battaglia che i suoi colleghi di lavoro, con Angelo Mazzeo della Ugl in testa, hanno lanciato una gara di solidarietà. Una gara per essergli vicino, in quell’altra corsa, che aveva appena iniziato.
Un appello per raccogliere plasma. L’invito rivolto ad amici, conoscenti o semplici cittadini che potessero donare plasma iperimmune. “Lui è un atleta – diceva Mazzeo – quindi un soggetto senza patologie e concretamente forte, ma sfortunatamente, nonostante questo, non sta riuscendo a superare questo virus terribile che è il Covid-19”.
Dopo alcuni giorni al Garibaldi, Maurizio è stato trasferito nel reparto Ecmo del Policlinico di Catania, per essere sottoposto alla respirazione extracorporea. I suoi polmoni sono stati disattivati per diverse settimane, il sangue veniva purificato e ossigenato con un macchinario.
Esattamente è stato nel reparto Ecmo per 26 giorni. E il 26 dicembre, per Santo Stefano, i medici lo hanno estubato. Non è stato semplice. Lo stato infiammatorio dei suoi polmoni è ancora attivo. Adesso Maurizio indossa un casco per l’ossigenazione, la prognosi è riservata. Ma lui sta correndo e tutta Catania è al suo fianco.
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29 Dicembre 2020, 05:02