MESSINA – La maxi inchiesta della Direzione investigativa antimafia arriva ai piani altissimi del Consorzio autostrade siciliano, colosso pubblico che gestisce le principali tratte autostradali isolane. Al centro del sistema svelato dagli investigatori c’è una cricca fatta di imprenditori e funzionari pubblici che avrebbero stretto un patto per spartire, sostanzialmente “a tavolino”, i principali appalti banditi dal Cas.
Tutti colletti bianchi gli arrestati ai domiciliari, a partire da Letterio Frisone, dirigente del Cas che avrebbe “ricevuto una tangente di 100mila euro e la ristrutturazione di una villa”, spiega il procuratore Capo di Messina Guido Lo Forte, in cambio del suo intervento per consentire l’aggiudicazione ad un cartello fatto di imprenditori non solo siciliani.
Gravissime le accuse dei magistrati Sebastiano Ardita e Guido Lo Forte che hanno affidato le indagini alla Dia guidata da Renato Panvino e Letterio Romeo. Otto imputati sono accusati, a vario titolo, di turbata libertà degli incanti, corruzione, induzione indebita e istigazione alla corruzione.
Il Procuratore Guido Lo Forte ha sottolineato la forte sinergia investigativa con la Dia guidata da Panvino, capocentro della Sicilia orientale che ha svelato possibili sviluppi giudiziari per alcuni documenti che sono stati sequestrati in queste ore nelle case di alcuni indagati.
IL SISTEMA E GLI APPALTI. L’inchiesta è scaturita dalle verifiche, effettuate dalla Dia, sulla gestione della società Tecnogest, riconducibile a Antonino Giordano, dichiarata fallita su istanza dei magistrati. L’appalto per il servizio di sorveglianza attrezzata delle autostrade Messina-Catania, Siracusa-Rosolini e Messina-Palermo sarebbe stato “turbato”. Gli investigatori hanno rilevato che il dirigente del Cas Letterio Frisone e gli imprenditori Giacomo Giordano, Andrea Valentini, Francesco Duca, Giuseppe Iacolino, Rossella Venuto e Antonio Chillè, “di comune accordo”, avrebbero posto in essere una turbativa d’asta “concordando le offerte da presentare e le percentuali di ribasso”. Dopo l’aggiudicazione della gara Iacolino si sarebbe avvalso, quale amministratore unico della Eurotel, “della manodopera – scrive la Dia – e dei mezzi degli altri imprenditori che lo avevano favorito: il tutto con il placet del dirigente del Cas Frisone”.
Frisone avrebbe esercitato “indebite pressioni” insieme all’imprenditore Francesco Duca nei confronti dell’imprenditore Iacolino, amministratore della Eurotel Srl, aggiudicatario della gara d’appalto che era stata turbata. Iacolino, “confidando in futuri atteggiamenti di favore da parte del Frisone – scrivono gli investigatori – ha impiegato personale riconducibile all’impresa Del Duca”.
L’imprenditore Giacomo Giordano è accusato di istigazione alla corruzione nei confronti di Marco Sbrenni, dirigente della Aeroporti di Roma Spa, perché, “nella veste di preposto alla gestione dell’appalto per l’espletamento del servizio di pulizia svolto dalla “Meridional Service S.r.l.” presso l’aeroporto “L. Da Vinci” di Roma Fiumicino, aveva offerto allo Sbrenni buoni benzina “ENI” per un importo di 500,00 euro, al fine di ottenere riduzioni sulle penali contrattualmente previste in caso inadempienze, offerta che veniva rifiutata dallo Sbrenni”.
Ettore Filippi Filippi, consigliere del Cda della fondazione Irccs Politecnico San Matteo di Pavia, avrebbe esercitato “induzione indebita all’assunzione di personale” nei confronti dell’imprenditore Giacomo Giordano. Filippi Filippi avrebbe costretto Giordano ad assumere un romeno nella Meridional Service Srl, appaltatrice del servizio di pulizia nell’ospedale di Pavia, “prospettando, in caso contrario, conseguenze contrattuali pregiudizievoli”.
Consorzio Aummini Speciali
e voi che sfottevate Re Saro quando diceva che dietro il suo incidente al casello c’era la mafia…
verranno tutti assolti…non so come ma succederà di nuovo. In qualche modo la faranno franca…succede sempre così, è inutile che vi illudete.
E’ tutto un magna magna
se ne sono accorti ora che le autostrade siciliane fanno schifo?
Che chiamarle autostrade mi sembra anche un eccesso, e paghiamo pure il pedaggio
lavori eterni e transito su una sola corsia per anni, in parecchi tratti autostradali, rendendo queste arterie estremamente pericolose, gallerie completamente al buio, manutenzione assente, manto stradale fatiscente. L’Anas ci mette otto anni, per capire che due autostrade siciliane erano prive di manutenzione. per non parlare della Siracusa-Gela chiamata l’autostrada gonfiabile, nel tratto Noto-Rosolini, due lotti
sono stati aperti al traffico previa raccomandazione al Padre Eterno di non far piovere in quella zona….dove vanno a finire i proventi dei pedaggi e le somme pagate dalle stazioni di servizio ? Ora l’Anas ne chiede il passaggio allo stato, ma le autostrade siciliane non sono state costruite anche con i soldi della regione che risulta essere anche la maggiore azionista con una quota del 96% ? Quale ruolo ha la Technital di Verona che è arrivata in Sicilia negli anni 70 ed è rimasta, attaccata come una patella allo scoglio fino ad oggi, alle autostrade siciliane?
Ma con queste facce che vi aspettavate!!!
E i viaggiatori di queste autostrade rischiano tutte le volte poiché sembra un circuito di alta montagna…mentre i colletti bianchi fregano tutti!!!
Commissariare la Sicilia, non si deve perdere tempo