07 Novembre 2012, 18:04
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CATANIA – “Lombardo ha detto qualche sciocchezza di troppo”. Il tono è pacato. Quasi divertito. Ma l’ormai ex presidente della Provincia di Catania Giuseppe Castiglione non ha gradito alcuni passaggi dell’intervista resa da Raffaele Lombardo a Live Sicilia. E in particolare quelli riguardanti la maxi indennità del direttore generale, Carmen Madonia: “Lombardo – spiega – ha detto due cose inesatte. Intanto affermando che l’invio del commissario straordinario ha posto fine al contratto del direttore generale. Lombardo dovrebbe sapere, infatti, che proprio un mio decreto ha modificato la norma, e la carica del direttore generale termina insieme a quella del presidente della Provincia. L’altra è riferita all’indennità della dottoressa Madonia: è meno della metà di quanto ha detto Lombardo”.
Insomma, a Catania la temperatura è comunque sempre alta. Al di là del tono distensivo di Castiglione, che però non disdegna il contrattacco: “Semmai – dice – era proprio con Lombardo alla Provincia che i direttori generali continuavano a lavorare anche due mesi dopo le dimissioni del presidente”. E non solo. Secondo Castiglione, infatti, nella precedente gestione della Provincia, erano “vigenti” alcune abitudini come quelle dell’”incarico simultaneo. Così, il Ragioniere generale della Provincia era contemporaneamente anche, ad esempio, presidente di un Ato idrico e dirigente del Comune di Catania. E sommava così tre indennità”. Insomma, Castiglione non vuol sentir parlare di “maxi stipendi”, come nel caso del direttore generale “che comunque – afferma Castiglione – non guadagna certamente 350 mila euro, ma meno della metà: 183 mila annui, e lordi”. E l’esponente del Pdl mostra anche la dichiarazione dei redditi di Carmen Madonia: la cifra è proprio quella, 183 mila euro lordi. Cifra di tutto rispetto, comunque.
Intanto, alla Provincia s’è insediato il nuovo commissario, Michelangelo Lo Monaco: “Non voglio pensare – dice Castiglione – che il nuovo commissario sia stato mandato qui per riportare la Provincia indietro, ai tempi di Lombardo, quando era il presidente della Provincia a decidere persino gli spostamenti dei dipendenti. Cosa che il nuovo commissario ha già annunciato di voler fare. Dovrebbe sapere, invece, che quel ruolo spetta al dirigente, appunto, dell’ufficio del personale”.
Insomma, secondo Castiglione, dietro la repentina nomina di Lo Monaco, ci sarebbe un tentativo di “restaurazione” lombardiana: “Il direttore generale tanto criticato – dice Castiglione – è stata impegnata in un processo di razionalizzazione del personale che ci ha consentito di abbattere i costi da 35 a 27 milioni di euro. Senza contare che prima di me, ossia con Lombardo presidente, alla Provincia c’erano ben 38 dirigenti, 27 dei quali esterni. Adesso sono solo undici. E non c’è nessun esterno. Ma forse questo modo di agire non piace. È più utile poter disporre di posizioni dirigenziali da distribuire in base al colore politico”. Castiglione insomma difende la “sua” direttrice: “Apprezzata in tutta Italia e scelta come interlocutrice del Ministero dell’Economia e della Corte dei conti che hanno compiuto un’ispezione alla Provincia. Un’ispezione che ha messo in luce la ‘rivoluzione positiva’ compiuta sotto la mia gestione, e invece avrebbe suggerito agli ispettori di approfondire questioni che riguardano la gestione precedente. Non voglio credere – prosegue Castiglione – che gli attacchi di Lombardo siano dovuti anche a questo”. E gli attacchi di Lombardo, a dire il vero, riguardano anche il suocero di Castiglione, Pino Firrarello, responsabile, secondo l’ex governatore, della vittoria alle elezioni di Rosario Crocetta: “Vorrei ricordare a Lombardo – racconta Castiglione – che noi del Pdl avevamo dato l’ok alla proposta di Miccichè sulla candidatura di Musumeci. Lo avevamo fatto mettendo da parte tutte le riserve sulla passata esperienza del governo Lombardo. Sono stati loro a rompere, invece, chiedendo a Musumeci di sposare in toto il loro progetto autonomista-sicilianista, e di abbandonare il Pdl. Ma Lombardo non si è accorto che il Partito dei siciliani, appena nato, già non esiste più. È sempre stato anche quello un ‘Pdl’, cioè un Partito di Lombardo. E adesso, per quanto ne so, molti dei “suoi” vogliono liberarsi dalla sua eredità, magari passando al Pd”. Sui nomi, Castiglione non si sbilancia. Ma beffardamente sottolinea: “Sul caso della nomina del commissario, ho apprezzato molto il buon senso di Giovanni Pistorio che ha ammesso: ‘io non l’avrei fatto’”.
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07 Novembre 2012, 18:04