14 Giugno 2016, 07:30
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CATANIA. La Squadra Mobile di Catania ha tratto in arresto Angelo Rando, 46enne pregiudicato, Domenico Conticello, 51enne pregiudicato e Salvatore Carbonaro, 18 anni, tutti ritenuti responsabili del reato di coltivazione e produzione di marijuana. Gli agenti della Squadra Mobile di Catania -“Sezione Reati contro la Persona”, avevano appurato che i due cognati Angelo Rando e Domenico Conticello avevano realizzato sul litorale di Agnone Bagni, dove lo stesso Rando risultava domiciliato, una vasta coltivazione di marijuana.
Dal mese di maggio, è stata avviata una attività di polizia fatta di servizi di osservazione e pedinamento, supportati da un pedinatore satellitare GPS che era stato installato nella vettura di Conticello, una Opel Zafira. I primi esiti dei servizi confermavano che i due soggetti erano soliti muoversi insieme a bordo dell’Opel: un dato che emergeva inconfutabilmente era che l’autovettura con i due a bordo era solita stazionare in contrada “Gelsari” di Agnone, nei pressi di un capannone che appariva in stato di abbandono ed in appezzamento di terreno ricadente in contrada “Cavetta” – poi risultata in uso a Conticello -. Le attività si sono protratte per l’intero mese di maggio e si è appurato che i movimenti dei due soggetti erano più frequenti nella giornata di sabato.
Nel corso del servizio i due uomini, a bordo dell’Opel Zafira, dapprima si recavano in contrada “Cavetta” e dopo essersi soffermati all’intero dell’appezzamento di terreno, si spostavano in contrada “Gelsari” di Agnone. Gli investigatori della Mobile che avevano seguito ogni loro spostamento, pertanto, decidevano di intervenire. La perquisizione all’interno del capannone consentiva di verificare che al suo interno era stato realizzato un vero e proprio laboratorio industriale per la coltivazione intensiva di marijuana.
Suddivisi in sei distinti ambienti dotati di sistema di irrigazione e di aerazione nonché di illuminazione con lampade alogene venivano rinvenute e sequestrate 2500 piante di marijuanadel tipo pregiato “skunk” – che si caratterizza per essere bassa e robusta. Il capannone – laboratorio era dotato di sistemi sofisticati per la coltivazione intensiva a livello industriale: infatti, era dotato di sensori per l’ossigenazione, sistemi di depurazione dell’acqua con l’osmosi inversa, timer, climatizzatori e stufe, fertilizzanti, etc, nonché aree adibite all’essiccazione e stagionatura della marijuana. Nel sito venivano, altresì, rinvenuti vasetti per la riproduzione ed il trapianto “seminario” di marijuana. Il capannone – laboratorio industriale – e l’attrezzatura rinvenuta al suo interno venivano sottoposti a sequestro. Inoltre, dopo la perquisizione eseguita presso il terreno in uso a Conticello, ricadente in contrada “Cavetta” – “Villaggio Dolce Sogno” in territorio di Augusta, venivano rinvenute e sequestrate altre 100 piante di marijuana.
Gli ulteriori riscontri effettuati in loco consentivano di acquisire univoci e concordanti elementi di riconducibilità della piantagione di marijuana rinvenuta nel capannone nonché delle altre piante della medesima sostanza rinvenute in contrada “Cavetta” a Angelo Rando e Domenico Conticello. Da un controllo eseguito con l’ausilio di tecnici ENEL, si accertava che l’impianto di illuminazione della serra risultava allacciato abusivamente alla rete elettrica pubblica. Contestualmente, ad esito di altra perquisizione eseguita in contrada “Gelsari” di Agnone, nel giardino e nel balcone di un’abitazione, venivano rinvenute e sequestrate ulteriori 400 piante di marijuana che, dagli accertamenti esperiti, risultavano riconducibili a Carbonaro anch’egli catanese ma domiciliato ad Agnone.
Con il sequestro del capannone è stato interrotto un ciclo di produzione di stupefacenti che avrebbe fruttato ingentissimi guadagni, tenuto conto che da ciascuna pianta potevano ricavarsi circa 800 gr. di marijuana. Espletate le formalità di rito, Rando e Conticello, indagati anche per furto di energia elettrica, sono stati associati presso il carcere di Siracusa – Cavadonna mentre Carbonaro è stato posto ai domiciliari a disposizione di pm della Procura della Repubblica di Siracusa.
L’operazione è stata denominata “Great skunk”.
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14 Giugno 2016, 07:30