Maxi-sequestro al bar Alba | Blitz per 110 chili di ricotta

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29 Maggio 2017, 13:06

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PALERMO – I carabinieri del Nas hanno sequestrato 110 chili di crema di ricotta congelata abusivamente nella pasticceria Alba in piazza Don Bosco a Palermo. E’ stato denunciato il titolare G.C. di 72 anni accusato di detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione. E’ stato accertato che la crema di ricotta si trovava nel locale per essere venduta ai clienti. L’intervento dei militari rientra in una campagna nazionale di controllo sui prodotti dolciari e proseguirà nei prossimi giorni in altre pasticcerie palermitane. La notizia è stata diffusa dall’agenzia Ansa. 

 

Poche ore dopo la notizia del sequestro la società A.P.R. s.r.l., titolare del bar Alba di piazza Don Bosco ha precisato con una nota che il controllo dei carabinieri del Nas è avvenuto “sabato 28 maggio” e si riferisce “all’esito di un controllo amministrativo di routine in relazione all’esatta esecuzione degli adempimenti di cui al manuale di autocontrollo (HACCP). Come già evidenziato agli operatori del NAS – prosegue la nota dei titolari -, e dagli stessi riscontrato e verbalizzato, il prodotto in argomento, che al momento della verifica era in fase di rinvenimento e lavorazione, è una crema di ricotta perfettamente conservata e stoccata munita di certificazione CEE. I militari intervenuti hanno ritenuto di procedere comunque al sequestro, allo stato peraltro non convalidato, unicamente in quanto il processo di conservazione (a -18 gradi C°) risulterebbe, a loro modo di vedere, eccessivo rispetto alla normale conservazione a + 4 gradi C°. Conseguentemente, con la presente comunicazione, si intende evidenziare che il NAS ha eseguito una misura cautelativa che riguarda un prodotto perfettamente conservato e del tutto idoneo all’uso e somministrazione la cui conservazione ha anzi la caratteristica (a -18 gradi C°) di essere una misura raccomandata dal Ministero della Salute per la riduzione della carica batterica propria di gran parte degli alimenti di origine o derivazione animale, addirittura obbligatoria per alcune categorie di alimenti. Appare pertanto frutto di invenzione o comunque di errata percezione della realtà quanto frettolosamente rappresentato in ordine al rinvenimento di prodotti deteriorati o addirittura avariati. L’unica responsabilità che la Azienda – già affermatasi per la evidente bontà e qualità dei propri prodotti e delle materie prime impiegate (bontà che è ben nota all’utenza e che magari ha infastidito unicamente la concorrenza) – riconosce è quella di avere osservato nella conservazione un’eccessiva cautela e di non avere dato adeguato risalto cartaceo alla procedura seguita così da non potersi dirsi immune dal mancato rispetto di alcune procedure formali e amministrative che nulla hanno a che vedere con la bontà della crema di ricotta o di altri prodotti”.

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“Pertanto – conclude la nota dei titolari – nelle sedi competenti APR srl tutelerà la propria immagine stigmatizzando la avvenuta diffusione di notizie prive di qualsiasi fondamento e volte a pregiudicare il buon nomee dell’Azienda che ha riportato in auge lo storico bar di piazza don bosco, apprezzato patrimonio di tutta la cittadinanza.

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29 Maggio 2017, 13:06

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