Truffa per annullare cartelle Serit |Le intercettazioni svelano il "codice" - Live Sicilia

Truffa per annullare cartelle Serit |Le intercettazioni svelano il “codice”

di ERIKA INTRISANO e L. DISTEFANO "Triglie", "sogliole", "masculini", "Cugini di campagna", ecco i linguaggi utilizzati nella truffa sulle cartelle Serit. LE INTERCETTAZIONI.

l'inchiesta
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5 min di lettura

CATANIA. Esiste un vero e proprio codice dietro la maxi truffa sulle cartelle esattoriali svelata dagli investigatori della Guardia di Finanza etnea che con l’inchiesta Cleaner ha incastrato i presunti protagonisti del “sistema”. Lo scorso 7 luglio finirono ai domiciliari Livio Sorrentino, Andrea Fischetti, Corrado Santonocito, Maurizio Salvatore Affetta, Fabrizio Pappalardo e Antonio Zullo. (GUARDA IL VIDEO)

Secondo l’accusa i sei indagati “agendo in concorso tra loro mediante una precisa suddivisione di ruoli, avrebbero costituito una “società” di fatto operante nel mercato, finalizzata a “definire” le posizioni debitorie pendenti alla Serit (oggi “SOCIETÀ RISCOSSIONE SICILIA S.p.A.”) di circa 300 utenti”. Lo sgravio fiscale illecito sarebbe avvenuto tramite “l’annullamento” delle cartelle esattoriali, previo il pagamento di una somma pari al 30-40% del debito erariale. I sei avrebbero millantato conoscenze, secondo gli investigatori mai esistite, con presunti funzionari della Serit, e con questo “trucchetto” avrebbero indotto i contribuenti a credere che le somme pagate sarebbero servite da un lato ad estinguere il debito, e dall’altro a remunerare il “favore” dei presunti dipendenti dell’erario che avrebbero effettuato gli interventi per l’annullare le cartelle. Ma per i presunti clienti raggirati, ai quali sarebbero state consegnate false attestazioni di pagamento, in realtà i debiti con l’ente di riscossione non sarebbero mai stati in alcun modo estinti. “Nessuna delle posizioni debitorie – si legge nell’ordinanza – per le quali gli indagati hanno ricevuto compensi dai contribuenti era stata annullata”.

LE INTERCETTAZIONI. Le indagini, svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza etnea, sono state condotte sulla base di numerosissime intercettazioni. Alcune delle conversazioni sono state decriptate: gli indagati infatti parlavano in codice tra di loro. Ad esempio, secondo gli inquirenti, per riferirsi alle false attestazioni di pagamento utilizzavano il nome in codice di ‘ triglia’ o ‘sogliola’. “Il tamburelliere – dicono nel corso di una intercettazione –  ha la triglia di 10. Benissimo! Quando ci vediamo? (…) Così come gli porti il triglione ti fai completare i masculini da maglia”. Per indicare i funzionari dell’ente, invece, avrebbero utilizzato nomi di cantanti e gruppi musicali: Franco Morgia, I Beans, I cugini di Campagna, Maurizio Vandelli.

I RUOLI ALL’INTERNO DELLA PRESUNTA ORGANIZZAZIONE. Le indagini sono partite a seguito della denuncia di alcuni imprenditori catanesi, i quali hanno raccontato di essere stati raggirati dal presunto sodalizio. In particolare, i clienti hanno dichiarato agli inquirenti di avere ricevuto proposte di soluzioni “economicamente vantaggiose” per estinguere i loro debiti alla Serit.  I promotori finanziari del cosiddetto “Sistema Serit” sarebbero – secondo le ipotesi investigative – Affetta e Sorrentino.  Il due avrebbero avuto il compito, svolto all’interno del loro ufficio a Catania, di individuare i clienti e proporre loro lo sgravio illecito delle cartelle esattoriali. I difensore di Sorrentino getta acqua sul fuoco, definendo il suo assistito una “vittima del sistema”. “ Al Sorrentino – spiega l’avvocato Guarnera – era stata proposta la possibilità di effettuare semplici controlli e verifiche sull’importo di alcune cartelle esattoriali. Tra le pratiche dei contribuenti che il mio assistito aveva consegnato c’era anche quella della sua sorella gemella del Fischetti. Per tale ragione il Sorrentino si è fidato della veridicità del controllo Serit. Sorrentino è anche una vittima. Avremo modo di definire – conclude l’avvocato – la sua posizione”. Fischetti e Santonocito, invece, avrebbero verificato le posizioni debitorie dei clienti agli uffici Serit e commissionato la falsificazione dei documenti a Zullo e Pappalardo. La contraffazione delle cartelle sarebbe stata realizzata tramite l’ausilio di specifici software e mezzi informatici. Tutti i fatti e le presunte azioni delittuose addebitate ai sei arrestati sono fermi all’aprile 2012.

LE ACCUSE. I reati contestati, a vario titolo, sono: associazione per delinquere finalizzata alla truffa; falso e millantato credito; formazione di false attestazioni e ricevute di pagamento della Serit; contraffazione di documenti d’identità personali, libretti postali, fatture e dichiarazioni dei redditi. In totale, secondo gli inquirenti, la presunta consorteria criminale avrebbe raggirato oltre 300 contribuenti prospettando falsi sgravi di cartelle esattoriali per un ammontare complessivo di 3.500.000 di euro, percependo un illecito profitto per oltre 700 mila euro. Inoltre, tutto il materiale perquisito e poi posto sotto sequestro sarebbe confluito in una corposa Consulenza Informatica attualmente agli atti del pm.

IL RIESAME. Fabrizio Nicola Pappalardo, arrestato insieme ad altri cinque incensurati il 7 luglio scorso dai militari della Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta “Cleaner”, è stato scarcerato. Il Tribunale della Libertà ha accolto l’istanza dei difensori di annullamento dell’ordinanza di applicazione agli arresti domiciliari emessa dal Gip  Francesco D’Arrigo su richiesta del pm, Alessia Natale. Il Resame ha respinto, invece, le richieste presentate dai legali degli altri indagati sottoposti anche loro ai domiciliari: Maurizio Salvatore Affetta, Andrea Fischetti, Corrado Alfio Massimo Santonocito e Livio Sorrentino. Agli arresti domiciliari rimane anche Antonio Zullo.

LA DIFESA. Per conoscere le motivazioni dell’ordinanza occorrerà ancora attendere, ma per Antonio Giuffrida, legale di Pappalardo, la decisione dei giudici costituisce già un primo passo importante. ” Sono soddisfatto – ha commentato Giuffrida, – del risultato raggiunto. Ci sarà modo e luogo per chiarire quanto viene addebitato al mio assistito”.“Non appena – affermano invece Maurizio Abbascià, difensore di Affetta e Antonio Guarnera, difensore di Sorrentino – saranno depositate le motivazioni in segreteria procederemo con il ricorso”

LA TOTALE ESTRANEITA’ DELLA SERIT. Dalle indagini è emerso che la Serit è totalmente estranea ai fatti contestati. L’attività di “intermediazione” con i presunti funzionari della Serit, infatti, non sarebbe mai esistita. Alcuni degli indagati durante le conversazioni in più occasioni avrebbero affermato di trovarsi nei locali al Corso Sicilia dell’ente di riscossione. Ma dalle celle agganciate dall’utenza, in realtà, gli inquirenti avrebbero appurato che ciò non corrispondeva al vero. Tra gli interrogati come persona informata sui fatti risulta anche il direttore operativo della Serit, che ha confermato agli inquirenti che le attestazioni di pagamento sequestrate agli indagati erano contraffate e che nessun debito era stato annullato.

 

 


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