Cronaca

Mazzetta Sicula, la difesa di Pecora: “Assoluzione o concedere attenuanti”

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22 Aprile 2021, 11:58

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CATANIA – Tra meno di una settimana, salvo sorprese last minute, potrebbe arrivare la sentenza dello stralcio abbreviato del processo Mazzetta Sicula che ha portato allo scoperto il torbido sistema che aveva come ‘cuore pulsante’ la discarica gestita dal colosso dei rifiuti fondato dalla famiglia Leonardi tra Catania e Lentini.

Nel corso dell’udienza preliminare hanno tenuto banco le arringhe dei difensori dei due imputati che hanno optato per il rito alternativo: Delfo Amarindo, accusato di concorso esterno e Salvatore Pecora, il funzionario del Libero Consorzio di Siracusa a cui il pm Marco Bisogni contesta il reato di corruzione. 

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L’avvocato Francesco Calderone, difensore dell’ex dipendente della Sicula Trasporti e uomo di fiducia di Antonello Leonardi Delfo Amarindo, ha rimarcato al gup Andrea Castronuovo l’importanza del “contributo offerto” dalle dichiarazioni del suo assistito che dopo l’arresto ha deciso di collaborare con la magistratura. “Le sue dichiarazioni hanno permesso non solo di riscontrare i risultati investigativi – ha detto il difensore – ma di chiudere il cerchio dell’inchiesta sulla discarica”. L’avvocato ha chiesto al gup – al termine della sua arringa – di comminare ad Amarindo “una pena più mite” rispetto a quella chiesta dalla procura (4 anni, ndr). 

Gli avvocati Alfio e Gaetano Pennisi, difensori di Salvatore Pecora,, hanno discusso ampiamente di quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza e al termine hanno chiesto al gup “l’assoluzione del funzionario o in subordine concessione delle attenuanti”. Per Pecora che sin dal Riesame ha – di fatto – ammesso gli addebiti la richiesta di pena dell’accusa è 4 anni. L’udienza preliminare è stata aggiornata per le repliche del pm.

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22 Aprile 2021, 11:58

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