23 Febbraio 2018, 11:14
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ACIREALE. C’è anche il dirigente dell’area tecnica del comune di Acireale Salvatore Di Stefano tra gli indagati, raggiunti da misura cautelare in carcere, della maxi inchiesta denominata Sibilla che sta scuotendo la provincia etnea. Il funzionario infedele, accusato di concorso in corruzione e falso, avrebbe percepito una mazzetta pari a 6600 euro da Salvatore Leonardi e Angelo La Spina, rispettivamente consulente e dipendente della società San Sebastiano srl, a fronte di un collaudo mai eseguito.
Così parla il funzionario, intercettato dalle Fiamme Gialle: “Già ce l’ho tutto impostato…dobbiamo aggiungere almeno tre quattro verbali di sopralluogo… li sta preparando perché io non so le date..li sta preparando lui”. Il dirigente, incaricato del collaudo di alcune opere cimiteriali, avrebbe dunque firmato verbali di sopralluogo mai compiuti, rilasciando infine tre certificazioni false.
Ma l’inchiesta tocca anche gli interventi di riqualificazione della pista di atletica di Acireale e coinvolge anche il capo area tecnica del comune, Giovanni Barbagallo, finito stamani in manette, e l’ex assessore allo Sport e alle Politiche giovanili Giuseppe Sardo, non raggiunto da alcuna misura cautelare. Sono accusati di turbativa d’asta per aver favorito uno dei professionisti in gara, Ferdinando Maria Garilli, accordandosi sul contenuto dell’offerta formulata per l’affidamento dell’incarico.
I funzionari Di Stefano e Barbagallo sono accusati anche di un ulteriore accordo corruttivo. Il primo, in qualità di Capo settore della protezione civile ad Acireale e membro della commissione incaricata della valutazione dei danni causati dagli eventi calamitosi del novembre del 2014, avrebbe riconosciuto a Giovanni Barbagallo un contributo pari ad oltre 14mila euro in realtà non spettante. In cambio avrebbe ottenuto incarichi di Rup in opere pubbliche ad Acireale.
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23 Febbraio 2018, 11:14