20 Luglio 2022, 21:22
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Salvatore Pecora, il funzionario dell’ex provincia di Siracusa, finito nello scandalo giudiziario del sistema illecito di gestione dei rifiuti creato dai fratelli Antonello e Salvatore Leonardi, è stato condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello di Catania, presieduta da Francesca Cercone. Ma la pena è stata letteralmente dimezzata rispetto a quella inflitta dal gup nel troncone abbreviato del processo frutto dell’inchiesta Mazzetta Sicula. La Corte ha condannato Pecora a due anni e otto mesi di reclusione concedendo anche le circostanze attenuanti generiche. Inoltre, i giudici di secondo grado, accogliendo le richieste dei difensori, degli avvocati Alfio e Gaetano Pennisi, hanno escluso la costituzione di parte civile sia di Legambiente Sicilia che del Libero Consorzio di Comunale di Siracusa. E di conseguenza ha annullato le statuizioni civili e ha anche revocato la riparazione pecuniaria. La Corte d’Appello ha invece confermato la condanna a 4 anni nei confronti di Delfo Amarindo, imputato per concorso esterno e reati ambientali. Il dipendente della Sicula Trasporti dopo l’arresto due anni fa ha deciso di diventare collaboratore di giustizia e ha raccontato diversi particolari relativi a quello che avveniva all’interno della discarica di Lentini. Ha ‘confermato’ una parte della ricostruzione accusatoria relativamente agli ordini che gli avrebbe impartito Leonardi in merito al ‘cummigliare l’immondizia’ che non sarebbe stata trattata secondo i protocolli di legge.
Salvatore Pecora, dipendente del Libero Consorzio aretuseo, è accusato di corruzione e rivelazione del segreto d’ufficio. Pecora ha intascato mazzette dai titolari della Sicula Trasporti – che stanno affrontando il processo ordinario davanti alla III sezione penale del Tribunale di Catania – per poter in qualche modo anticipare eventuali controlli dell’ente. Pecora già in primo grado ha ammesso gli addebiti. Ed è per questo infatti che la Corte ha concesso le attenuanti.
Il processo del troncone principale è nella fase clou del dibattimento. L’udienza di settembre potrebbe essere la puntata conclusiva per il pm Marco Bisogni che ha citato i suoi ultimi testi.
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20 Luglio 2022, 21:22