26 Ottobre 2018, 11:26
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PALERMO – “Siamo cresciuti nella cultura dell’aneddoto, quello che fa notizia è il sensazionalismo del trattamento straordinario e non i risultati della ricerca media”. Lo dice il dottor Nino Cartabellotta, gastroenterologo e presidente della Fondazione Gimbe (Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze), in videoconferenza con gli studenti dell’Università di Palermo. Cartabellotta è intervenuto durante il convegno “Società e salute tra scienza e pseudoscienza”, al Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali.
Il tema è l’associazione “frettolosa” tra l’assunzione di alcuni alimenti o farmaci e l’evoluzione delle patologie: “Tutti gli studi sul singolo alimento dimostrano tutto e il contrario di tutto – taglia corto Cartabellotta –. Sicuramente quello che serve a livello formativo, non soltanto a livello del mondo della scienza ma anche del liceo, è la cultura scientifica della popolazione. Qualsiasi associazione tra un alimento e una causa di patologia, o tra un farmaco e un beneficio, non si può basare su aneddoti individuali ma si deve basare prima su studi osservazionali che dimostrano le associazioni, e poi su studi sperimentali che dimostrano che aggiungere o togliere quel determinato alimento o farmaco modifica la storia naturale della malattia”.
“Il risultato medio della ricerca non conquista le prime pagine dei giornali o i telegiornali perché di fatto non fa notizia – è la denuncia del presidente dell’osservatorio –. Il fatto che facciano notizia gli aneddoti e non la ricerca solita, rappresenta inevitabilmente un elemento che compromette anche le modalità con cui la scienza dev’essere insegnata a tutti i livelli, dalla scuola elementare fino alla metodologia della ricerca clinica. E anche tutto il sistema dei media utilizza molto di più le notizie sensazionali oltre che la malasanità”.
Andare oltre la notizia avvalendosi di dati affidabili, così da poter individuare e contrastare le fake news scientifiche. Cartabellotta fa presente come “molte di quelle false promesse che arrivano dai media vengono anche smentite da ricerca successiva, ma intanto abbiamo santificato, creato delle false aspettative nella popolazione puntando su innovazioni terapeutiche che non hanno un sufficiente livello di validazione scientifica”. Il monito è di seguire i risvolti pratici delle scoperte scientifiche e le notizie a esse collegate, da parte sia dei pazienti che degli operatori del mondo mediatico: “Dopo l’immissione nel mercato, a fare le smentite da un punto di vista squisitamente mediatico non si interviene più. E quindi la popolazione rimane con quella falsa illusione che quel tipo di trattamento o di farmaco sia indispensabile per la sua patologia”.
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26 Ottobre 2018, 11:26