03 Febbraio 2010, 18:01
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Se lo avesse conosciuto il buon Walt, ne avrebbe sicuramente tratto spunto per dar vita ad un nuovo personaggio. Lo avrebbe fatto vivere a Paperopoli, magari come vicino di casa di Paperino. Già perché Christian Melinte dal suo “immaginario” dirimpettaio ha preso tutto: la sfiga, la goffaggine e l’innata capacità di far danno. Sia mai avesse fatto colpo anche su Paperina. Non ci sono altre possibilità, il piccolo rumeno deve venire per forza dal mondo dei fumetti. 21 anni e già troppa sfiga sul groppone. Due partite in Italia e ti ritrovi davanti Maicon ed Alvarez; davanti per modo di dire, perché basta un soffio e ti stanno già alle spalle. 21 anni, due partite e due rigori procurati alla squadra sbagliata. Roba da venire presi per i fondelli anche da Pisano. Ciononostante, Christian Melinte a Paperopoli non è da solo; perché per un Paperino che starnazza impaurito c’è un Zamparin De Paperoni che urla ai quattro venti quando si rende conto di aver fatto l’affare sbagliato. In fondo, se proprio si doveva tenere un ventunenne con licenza di sgarrare una partita su venti, si poteva stare abbracciati al buon Mazzotta. Invece no: il picciotto la ed il rumeno qua. Allora la soluzione dov’è? Prendere un terzino d’esperienza, con la barba bianca e le spalle abbastanza grandi per sedersi in panchina con il plaid e sfoderare sette in pagella quando interrogato. Ma forse era troppo semplice e non sarebbe uscita fuori una bella storia. C’è da fare attenzione però, perché se ci si stanca di Paperino si può anche chiudere il fumetto, ma se ci si stanca di Melinte non lo si può ridicolizzare come nel dopo Bari. I cartoons sono una cosa, le persone un’altra. Paperopoli è Paperopoli e Palermo è Palermo,
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03 Febbraio 2010, 18:01