Meloni, la Lega e Musumeci | Pogliese: “Siamo tornati a casa”

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11 Luglio 2019, 20:52

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CATANIA – “Sono entusiasta dell’adesione del sindaco di Catania Salvo Pogliese e di Basilio Catanoso. Sono contenta della realtà che il sindaco rappresenta, di tanti che conosco da tempo, come del già sindaco di Ascoli Guido Castelli, e di tante personalità che evidentemente nella serietà e nella coerenza di Fratelli d’Italia vedono un punto di riferimento”. Lo ha detto Giorgia Meloni ad Aci Castello (Catania) a margine di “Il cielo è sempre più Blu” manifestazione di partito durante la quale è stata ufficializzato il passaggio a FdI del sindaco di Catania. Un evento di rilievo, tant’è che i maggiorenti nazionale di FdI, a partire da Marco Marsilio, appena eletto presidente della Regione Abruzzo, e Ignazio La Russa, erano in prima fila per “riaccogliere a casa” – come è stato ribadito più volte – il primo cittadino etneo tra le fila della fiamma tricolore.

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Un pizzico di amarcord e qualche lacrima. A partire da quelle del neo assessore regionale al Turismo Manlio Messina, che ha detto “ritrovo un amico, l’amico di sempre”. L’appena eletto all’Europarlamento Raffaele Stancanelli è invece di un altro passo. Non lo cita mai esplicitamente, ma è a Nello Musumeci che rivolge una duplice punzecchiatura connessa allo strappo congressuale con Diventerà Bellissima. Strappo consumato peraltro nella medesima sala lo scorso febbraio: “Siamo un partito del 2% che ha dimostrato di avere una classe dirigente – ha detto – e un elettorato di passione”. Stancanelli cita le parole che accompagnarono la decisione del presidente della Regione di non concorrere alle Europee. “In questa sala ho sentito sentito che le battaglie si fanno solo se sia ha il 10%, così ho fatto una scelta di vita”.

Come detto, la convention è stata disegnata per sancire l’adesione di FdI di Salvo Pogliese e di altri cinque sindaci del territorio etneo: “Questo – ha detto il primo cittadino – è un percorso dalle radici antiche, che proviene dalle eresie del Fronte della Gioventù. Una storia comunitaria. Le nostre strade si separarono con la fine del Pdl. Le logiche correntizie ci hanno diviso, oggi siamo tornati a casa. Giorgia, – ha aggiunto rivolgendosi alla Meloni – siamo al tuo fianco per un percorso di radicamento. Con coraggio ho lasciato l’Europa per Catania”. E ancora: “Tre mesi fa ho lasciato Forza Italia, io che non ho mai lasciato alcun partito. Ci siamo divisi qui in Sicilia, – la stoccata di Pogliese e Micciché -– perché vedere l’esponente regionale al fianco della Boldrini in conferenza stampa, tentando di rivitalizzare un patto del nazareno in salsa siciliana. All’interno di Forza Italia ci sono tanti amministratori che la pensano come noi. Mi rivolgo a loro, nelle prossime settimane ci saranno altre adesioni. Ringrazio Salvini, Candiani e la Castelli – ha concluso Pogliese – per gli aiuti a Catania, senza chiedere alcun contraccambio politico. FdI non è il partito dei reduci, ma grazie a Meloni è un partito che guarda al futuro”.

“Oggi è un giorno importante – ha aggiunto Basilio Catanoso – per me, per la nostra storia, per la Comunità che rappresentiamo. Dopo la decisione di lasciare Forza Italia e iniziare con Muovititalia un percorso che desse priorità alle idee, attraverso un serrato confronto con i nostri militanti e la classe dirigente, oggi scegliamo di aderire a Fratelli d’Italia per portare in questo contenitore un prezioso bagaglio di idee e esperienze umane e politiche. Lo facciamo ricongiungendoci a vecchi e nuovi amici, con i quali abbiamo condiviso anni di militanza giovanile nel Fronte della Gioventù e la mia esperienza da Presidente nazionale di Azione Giovani: Giorgia Meloni, ovviamente, come Fabio Rampelli, Francesco Lollobrigida, Marco Marsilio e tutta una classe dirigente di uomini e donne, in ogni parte d’Italia, che costruirono insieme la prima esperienza di modernizzazione della destra politica in Italia, prima di Fini, prima di Alleanza Nazionale. Muovititalia – aggiunge Catanoso – insieme a Meridiana e al suo Centro Studi, resteranno uno strumento interno di elaborazione politica e culturale. Adesso ci attende la sfida di innestare questo inestimabile patrimonio in un nuovo centrodestra, maturo per guidare nuovamente l’Italia senza condizionamenti o tentennamenti, avendo ben chiaro in testa quale sia la strada da seguire. Grazie ai tanti amici – conclude Catanoso – che in questi giorni mi hanno telefonato, scritto, per manifestare entusiasmo e voglia di intraprendere questa nuova avventura. Speriamo di essere degni della loro fiducia”.

“Sei una donna straordinaria”, è il grido che accoglie l’ingresso di Giorgia Meloni sul palco. “Se non avessimo fatto la scelta folle di Fdi non avremmo avuto più la destra in parlamento. Ma volevamo anche un partito di centrodestra meritocratico. Se oggi aderiscono persone diverse, vuol dire che abbiamo centrato l’obiettivo. Oggi il sindaco della città di centrodestra sceglie noi”. La leader di Fdi dedica un passaggio anche agli equilibri dei governo regionale, ribadendo la lealtà al patto elettorale siglato due anni fa. “Era giusto sostenere Musumeci, per la rivoluzione della Sicilia libera dalle clientele. E la dobbiamo portare avanti”, ha detto. Tra i temi rilanciati, quello del “Ponte sullo Stretto”. 

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“Sull’autonomia non sappiamo, purtroppo, – ha aggiunto Meloni – di cosa stiamo parlando perché noi non abbiamo mai letto mezzo testo perciò possiamo parlare di tutto e di niente”. E ha aggiunto: “Noi abbiamo avuto sempre, su questo, una posizione molto chiara. Noi non siamo contrari a percorsi di maggior autonomia. Per noi l’autonomia dovrebbe essere data soprattutto ai sindaci. Però siamo disponibili – ha proseguito – a discutere purché ci siano alcuni paletti: uno Stato centrale efficace ed efficiente, elezione diretta del Capo dello Stato contestuale e il fatto che l’autonomia dovrebbe essere organizzata in un percorso coordinato e controllato dallo Stato nazionale”.

Sul tema dell’immigrazione, poi, la leader di Fdi ha dichiarato che “Il M5S è strutturalmente di sinistra. L’ho sempre detto, è il motivo per cui penso che la destra non ci dovrebbe tornare insieme. Sulle questioni fondamentali – ha aggiunto Meloni – il Movimento Cinque Stelle è molto più compatibile con il Partito Democratico di quanto non lo sia con noi e quindi non mi stupiscono le loro posizioni sull’immigrazione”.

Meloni poi, mostra di puntare a un’alleanza stretta con la Lega, ma non cita Forza Italia: “La finestra per andare a votare a marzo – ha detto – non è ancora chiusa e quindi vediamo.. Certo è che io non ho fatto mistero di sperare nella possibilità che l’Italia torni al voto e che si possa dare con una maggioranza che ormai secondo tutti i sondaggisti sarebbe schiacciante, Fratelli d’Italia- Lega, una maggioranza capace di durare cinque anni, di avere i numeri per fare le riforme coraggiose di cui l’Italia ha bisogno, invece di stare a litigare su tutto e il contrario di tutto”.

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