Meningite, in un anno 14 casi| “Ma non c’è un pericolo epidemia”

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02 Marzo 2018, 05:30

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PALERMO – Torna la paura della meningite in città. Il caso del bambino di quattordici mesi deceduto martedì all’ospedale Di Cristina, riaccende i riflettori sul rischio di contagio, ma dall’Asp assicurano che non c’è alcun allarme. “Si tratta di un caso isolato ci auguriamo quindi che non esploda alcuna psicosi, perché la situazione è già stata circoscritta”. Un’affermazione che si basa soprattutto sul numero di vaccinazioni già effettuate, che ha permesso di raggiungere una copertura del 55 per cento, e sulla tempistica consigliata ai genitori che hanno bambini dai dodici ai quattordici mesi, ovvero la fascia più delicata e predisposta al contagio.

“Le linee guida dell’Asp – spiega il responsabile del dipartimento di Epidemiologia, Nicola Casuccio – indicano la somministrazione di tre dosi del vaccino entro il primo anno di età. E’ fondamentale rispettare i tempi per scongiurare il rischio di contagio. Nel caso del bimbo che è deceduto al Di Cristina abbiamo purtroppo accertato che era stata somministrata soltanto una dose. Siamo subito stati allertati dalla struttura sanitaria, ma si trattava della forma più aggressiva del batterio e l’infezione si è diffusa velocemente, diventando ingestibile”.

E’ esplosa improvvisamente: prima la febbre alta, poi la corsa disperata in ospedale seguita da lunghe ore di speranza appesa ad un filo. “Il periodo di incubazione della meningite da meningococco B – sottolinea Casuccio – è di circa una settimana. Purtroppo un bambino contagiato può repentinamente manifestare la sintomatologia, per questo consideriamo il vaccino un “salvavita” e devo dire che nonostante non sia obbligatorio, la maggior parte dei genitori si mostra molto sensibile e corre ai ripari preventivamente. Tra l’altro è un vaccino senza alcuna contrindicazione”.

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Quattordici i casi registrati a Palermo e provincia nello scorso anno, quattro dei quali più gravi, perché provocati dal meningococco B e C. Da gennaio ad oggi, invece, i pazienti ricoverati negli ospedali palermitani per meningite sono stati quattro, ma si è trattato di forme lievi, per le quali la profilassi è riuscita ad evitare il peggio. Il vero e proprio boom, con conseguente psicosi, si è registrato a livello nazionale nell’estate del 2016: la campagna pro-vaccinazioni dell’Asp si è intensificata in tutta Italia e a Palermo, nel giro di sei mesi, 110 mila persone si sono recate nei vari centri. Ottantacinque mila in più rispetto all’anno precedente.

Già, perché non sono soltanto i bambini in tenera età ad essere a rischio, ma anche gli adolescenti. “Questo batterio colpisce per contatto diretto – prosegue Casuccio – proprio come una semplice influenza, per questo il vaccino è fortemente consigliato. La meningiite, nelle sue forme più aggressive, può non portare alla morte, ma compromettere seriamente l’organismo”. I cittadini tra i 18 e i 30 anni possono vaccinarsi con l’accesso diretto, presentando un documento d’identità a un centro vaccinazioni di loro scelta e collaborando con il personale sanitario per capire qual è la storia sanitaria del paziente e quali provvedimenti è utile prendere.

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02 Marzo 2018, 05:30

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