25 Aprile 2017, 06:38
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PALERMO – Oltre 7.500 dipendenti (per la precisione 7.509, più 272 lsu), 673.735 abitanti al 2016, una pressione fiscale che ha vissuto alti e bassi. E’ questa la fotografia del comune di Palermo che scaturisce dalla relazione di fine mandato del sindaco Leoluca Orlando, prevista per legge e che consente un’analisi dei risultati raggiunti durante il mandato. Da pubblicare sul sito internet e inviare alla Corte dei Conti, la relazione è una sorta di guida alla sindacatura che prende in esami alcuni aspetti, soprattutto economici.
A Palazzo delle Aquile lavorano 86 dirigenti (di cui 12 a contratto), 154 posizioni organizzative per un numero di dipendenti totale di 7.509, per un ente che non ha mai dichiarato dissesto, pre-dissesto o fatto ricorso al fondo di rotazione e che ha attivato strumenti come il cassetto tributario, task force per la lotta all’evasione, il libro firma digitale, la Ztl, procedure informatiche al Suap o ha conquistato titoli come quello Unesco, quello di capitale italiana dei giovani 2017 e della cultura 2018. L’amministrazione si fa vanto della lotta agli abusivi, delle politiche di accoglienza e del nuovo bilancio del verde.
Non mancano però le note dolenti. Se le aliquote Ici/Imu sono rimaste invariate (ma è saltata la detrazione da 50 euro a figlio minore di 26 anni), dal 2012 al 2016 la tassa sui rifiuti (Tarsu, divenuta poi Tares e Tari) ha subito un incremento e poi un taglio: nel 2012 il costo pro capite era di 153,57 euro, nel 2013 di 181,23 euro, nel 2014 il picco con 193,27 euro e poi la diminuzione a 188,77 euro nel 2015 e a 175,07 l’anno scorso. Restando ai conti, e prendendo a riferimento i dati del “preconsuntivo” 2016 (la manovra non è ancora stata approvata), emerge che le entrate in questi anni sono cadute in picchiata: Palazzo delle Aquile nel 2012 ha incassato 1,1 miliardi, mentre nel 2016 si “accontenta” di 822 milioni con una flessione del 25,62%. Negli anni sono diminuiti notevolmente i prestiti, mentre le entrate tributarie del 2016, pari a 354 milioni di euro, sono più di quelle del 2012 (quando erano 337), con un picco di 487 milioni nel 2014.
Stesso trend in diminuzione per le spese (dal miliardo del 2012 ai 762 milioni del 2016). Numeri che risentono anche delle nuove regole contabili, in virtù delle quali residui attivi e soprattutto passivi sono calati drasticamente. Se l’indebitamento nel 2012 era di 276 milioni nel 2016 si arriva a 307, ma sempre nel rispetto dei limiti previsti dalla normativa. Cala la spesa del personale (anche perché ci sono dipendenti in servizio), così come il conseguente rapporto fra abitanti e dipendenti comunali: dal 78,31 del 2012 all’89,72 del 2016. Nel 2012 i dirigenti erano 82 e oggi sono 74 (al netto di quelli a contratto), i lavoratori a tempo indeterminato 6.579 e oggi 5.947, quelli a tempo determinato erano 670 e oggi sono 658, gli lsu sono passati da 311 a 272 in cinque anni, il Coime da 1.014 unità a 815. Le alte professionalità sono schizzate da 15 a 23, mentre le posizioni organizzative sono scese da 146 a 130. In questi anni non sono mancate le bacchettate della Corte dei Conti, anche se si è trattato di rilievi non gravi e a cui sono conseguiti tagli alla spesa corrente e all’indebitamento.
Da segnalare che sul fronte Tosap, ossia la tassa di occupazione del suolo pubblico, le tariffe sono state aumentate nel 2012 dall’allora commissario: gli uffici nel solo 2014 hanno incassato 4,9 milioni di tasse evase; 1,2 milioni arrivano dalla Tosap permanente, quasi 3 dalla temporanea. Se si guarda al numero degli avvisi, nel solo 2016 si arriva a 6.525 per un valore di 6,8 milioni.
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25 Aprile 2017, 06:38