“Messina-Catania riaperta in 24 ore” | Quei conti “in perdita” del Cas

di

05 Ottobre 2015, 18:47

3 min di lettura

PALERMO – Tre autostrade. Trecento chilometri di asfalto. Un libro paga con 380 dipendenti, cioè uno ogni 790 metri. E perdite a sei o sette zeri ogni anno. Ma il Consorzio autostrade siciliano, l’unico nell’Isola a chiedere pedaggi per il transito, spende ogni anno appena venti milioni di euro per la manutenzione: il resto del bilancio viene assorbito appunto dai costi di funzionamento, dai contenziosi al personale. Sta di fatto che i bilanci si chiudono sempre in rosso: l’ultimo approvato dalla Regione, quello del 2011, parlava di una perdita netta di 17,1 milioni, più o meno quanto si spende – appunto – per la manutenzione. Quella ordinaria, ma anche quella straordinaria, che ad esempio in queste ore si sta prendendo cura della frana che a Letojanni ha interrotto la Messina-Catania: un ostacolo che, secondo il presidente del Consorzio Rosario Faraci, sarà rimosso già entro domani sera, quando l’autostrada dovrebbe essere riaperta del tutto dopo l’eliminazione dei detriti e un primo consolidamento della roccia franata.

Il Cas gestisce tre autostrade. Sotto la sua sfera di competenza ci sono i 182 chilometri della Messina-Palermo, i 77 della Messina-Catania e i 42 della Siracusa-Gela: strade affidate in cambio di un impegno proprio legato alla manutenzione, l’investimento del 30 per cento dell’incasso da pedaggi sulla rete autostradale. E visto che gli automobilisti versano oltre 60 milioni di euro l’anno al Consorzio, quest’anno l’obiettivo è stato raggiunto: “Nel 2015 – spiega Faraci – abbiamo avuto spese ingenti per la manutenzione. Siamo già arrivati ai 20 milioni”.

I conti, d’altro canto, non sono un problema. Faraci lo dice senza un giro di parole: “Sostanzialmente – taglia corto – il Cas è sempre in perdita”. Già, perché secondo il numero uno del Cas “non è la perdita che deve preoccupare”, anzi: “Noi – osserva Faraci – siamo un ente pubblico non economico. La nostra priorità non è l’utile”. E così il bilancio 2009 ha visto i conti in rosso di 23,9 milioni, quello successivo di 2,9 e così via: in perdita sono anche i bilanci 2012 e 2013, ancora in corso di convalida da parte della Regione, e come quelli uguale sorte toccherà a quello 2014, non ancora consegnato all’assessorato ai Trasporti. Che paga il grosso dei conti: la Regione controlla il consorzio per il 93 per cento, affiancata in questa società atipica dalle ex Province di Catania, Messina, Siracusa e Ragusa, dalle Camere di commercio di Catania, Messina e Siracusa, dal consorzio Asi peloritano e dai Comuni di Barcellona, Catania, Messina, Patti, Siracusa, Rosolini, Modica e Gela.

Articoli Correlati

Che fine fanno i soldi? Una fetta va via per il personale, che dall’anno scorso ha ingaggiato una dura battaglia con il consorzio per mantenere il contratto del settore privato anziché transitare sotto le insegne di quello dei Regionali: il prezzo per l’azienda è di ottomila euro in più all’anno, che a conti fatti permetterebbero un risparmio di circa 3 milioni ogni 12 mesi. “Passare al contratto dei Regionali – giura Faraci – è un obbligo di legge. Ci riusciremo”. Il resto va via con i gettoni dei dirigenti – al presidente vanno circa 4.000 euro al mese, ai consiglieri Antonino Gazzara, Marina Rosa Marino e Benedetto Rosso circa 1.500 – e, soprattutto, con i contenziosi: “Siamo cercando di chiuderne diversi – promette Faraci – e ovviamente questo si tradurrà in transazioni. Quando mi sono insediato c’erano contenziosi risalenti al 1984”.

A queste voci, bisogna dire, si aggiungono le consulenze. Alcune delle quali, l’anno scorso, sono finite nel mirino degli investigatori. Da allora, giurano però dal Cas, la musica è cambiata: “Ad oggi – annotò il consorzio dopo i primi sviluppi dell’inchiesta della Procura di Messina – il Cas non ha rapporti di consulenza e corrisponde ai professionisti di volta in volta incaricati delle singole questioni, i minimi di tariffa”. Sul sito del consorzio, in effetti, l’ultima consulenza registrata risale al 2011. Briciole: duemila euro al mese per un anno. Un infinitesimo delle perdite a sette zeri. Pochi spiccioli delle quali vengono usate per la manutenzione.

AGGIORNAMENTO DEL 9 OTTOBRE: La lettera dello Sla/Cisal: “Macche risparmi, col contratto dei Regionali aumenti per alcuni dipendenti”

Pubblicato il

05 Ottobre 2015, 18:47

Condividi sui social