Messina Denaro, Vaccarino, servizi segreti: "Carteggio autentico"

Messina Denaro, Vaccarino, i servizi segreti: “Il carteggio è autentico”

Un perito cancella i dubbi. L'incontro mediato dal medico del padrino

PALERMO – Nel carteggio con l’ex sindaco di Castelvetrano Antonino Vaccarino scriveva davvero Matteo Messina Denaro.

Lo ha accertato la criminalista Katia Sartori, incaricata dalla moglie dell’ex sindaco oggi deceduto. Il perito ha comparato la calligrafia delle lettere con cinque diversi documenti inviati dal capomafia a Vaccarino, alla sorella Rosalia, recentemente arrestata, e al boss di San Lorenzo Salvatore Lo Piccolo.

Gli avvocati Baldassare Lauria e Giovanna Angelo ritengono che siano stati superati per sempre i dubbi sollevati via via negli anni. A cominciare dalla ipotesi che Messina Denaro si servisse di qualcuno che scrivesse al suo posto.

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“I contrassegni particolari riscontrati analogamente in tutti i documenti analizzati – si legge nelle conclusioni della consulenza – sono caratteristici dei singoli individui. A differenza dei connotati salienti, sono personali e riconducibili ad un particolare soggetto e solo allo stesso riferibili”.

Vaccarino era stato reclutato dai servizi segreti per stanare il latitante. Secondo i legali, oggi si possono “scardinare le teorie complottiste e le fantasie di presunti testimoni che hanno narrato di conoscere chi scriveva per conto di Matteo Messina Denaro a Vaccarino, rappresentando il tutto come fosse un artificio dei servizi segreti intendi a non si sa quale gioco”.

I legali si chiedono “per quale ragione venne bloccata l’operazione del Sisde” e cosa ci sia dietro .il tentativo di “infangare gli allora ufficiali del Sisde (Mori e De Donno) e l’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino”.

Del carteggio si è tornato a parlare con forza dopo l’arresto di Messina Denaro e del medico di Campobello di Mazara, Alfonso Tumbarello, che lo avrebbe aiutato a curarsi. Tumbarello conosceva bene Salvatore Messina Denaro, fratello del boss. Così come conosceva bene Vaccarino perché, ha raccontato dopo il suo arresto, “abbiamo militato nello stesso gruppo politico, all’interno dell’Udc… avevamo un gruppo politico a sé stante che era morale e sturziano, e abbiamo fatto campagna politica, campagna elettorale insieme, e per un certo periodo di tempo siamo stati anche in buoni rapporti”.

Talmente buono era il loro rapporto che un giorno Vaccarino gli chiese di organizzare un incontro con Salvatore Messina Denaro nel suo studio: “Signor Giudice, è la verità… mi ha detto: ‘Tu lo conosci Salvatore Messina Denaro a Campobello?’, non potevo dire che non lo conoscevo perché ci conosciamo tutti, dice: ‘Sei in grado di vedere se si vuole incontrare con me perché io ho necessità di parlargli?’, inizialmente io gli dissi: ‘Ma perché non ci vai tu a trovarlo?’ e lui mi ha detto, dice: ‘Meglio che me lo procuri tu questo incontro, se ti è possibile’. Trattandosi di due persone libere, che avevano, diciamo, che avevano avuto problemi di natura giudiziaria, ma che in quel momento erano libere, che in quel
momento non avevano nessuna limitazione, non mi è sembrato che ci fosse niente di male nel procurare…”.

Si videro nel suo studio, Tumbarello li lasciò da soli, “in un orario, in una giornata in cui non c’era nessuno allo studio”. Fu l’inizio del carteggio. Vaccarino stuzzicò il latitante con alcuni affari. Dopo tante lettere il rapporto epistolare si interruppe bruscamente.


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