Messina Denaro “sbaglia” | Con i pentiti serve “scruscio”

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22 Aprile 2018, 05:48

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PALERMO – Non gli piaceva l’atteggiamento di Matteo Messina Denaro. Giuseppe Tilotta, della famiglia mafiosa di Castelvetrano, voleva il pugno di ferro contro i pentiti. Solo la violenza e l’intimidazione avrebbero fermato le collaborazioni. La linea dura era condivisa da Leonardo Milazzo e Giuseppe Paolo Bongiorno. Tutti e tre sono stati arrestati nel blitz di carabinieri, polizia e Dia che la settimana scorsa ha colpito al cuore le cosche mafiose trapanesi.

Ed ecco lo sfogo di Tilotta, intercettato dalle microspie: “… lui sbaglia… quando fu in primo che… si cumincià a ittari (ha iniziato a collaborare, ndr) .. quello che era qui… suo padre… a lui non lo potevo incucciari… suo padre tutti i giorni al cimitero andava… gli ho detto ‘se volete…’. ‘Si… no… per ora no… facciamo troppo scruscio’. E’ sbagliato. Si deve fare scruscio. Così ci facciamo calare la testa… perciò questa cosa funziona… questo timore… intanto il culo ci comincia a bruciare a tutti”.

Il potere intimidatorio andava esteso anche agli imprenditori che giungevano da fuori per lavorare a Castelvetrano e dintorni. Come nel caso di un catanese, il quale aveva fatto sapere che “ io non ho pagato mai da nessuna parte… come non hai pagato mai da nessuna parte? Tu qua hai pagato sempre… e continui a pagare… da Catania hanno preso l’appalto… tu devi lasciare i soldi… ancora non li ha lasciati… dammi altre cose… devono imparare perché se si ci va con la bontà dicono: qua tutti minchia sono…”.

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Tilotta sperava in un cambio di passo nella strategia da parte della mafia trapanese che, a suo dire, sconta la lontananza del capo.

 

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22 Aprile 2018, 05:48

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