05 Luglio 2011, 08:22
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E’ caduto anche l’inverno sul volto criminale di Matteo Messina Denaro. Non pensiamo che l’identikit sia troppo somigliante, come non lo fu per Provenzano, però non mente. I volti dei mafiosi e degli assassini si addolciscono con l’età. Convergono nel punto medio delle fattezze delle persone normali. Era normalissima la faccia di Santino Di Matteo che intervistai in un ristorante. Di lui mi colpì il dolore per il martirio del figlio. Non so dimenticare i suoi delitti.
Ora, Messina Denaro si sarà lievemente imbiancato e di più si imbiancherà. Somiglierà a un professore, a un funzionario di banca. La ferocia, l’odio e tutti i guasti che la mafia produce su chi sceglie liberamente di abbracciarla sono ancora nel suo cuore. Ma il tempo ha finalmente raggiunto le sue guance. E le avrà modellate secondo registri comuni. Solo Riina, da vecchio, somiglia a se stesso. Riina è Riina.
Se dunque l’inverno ha passato la sua mano pietosa sulle forme del sangue, perché non prenderne atto? Il viso della saggezza può ispirare da solo sentimenti più consoni di vita. Il pessimo siciliano Matteo Messina Denaro ha una via d’uscita, un modo per diventare finalmente un conterraneo utile alla Sicilia. Impari dal suo specchio e capisca che è arrivata l’ora di smetterla. Scelga il luogo e l’ora: la più sperduta caserma dei carabinieri nel più piccolo paesino che c’è. E si consegni. Farà pace col suo corpo che è più avveduto di lui. E si accorgerà di possedere un’anima, sia pure malconcia.
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05 Luglio 2011, 08:22