10 Maggio 2023, 15:23
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PALERMO – Un incontro, preceduto da una serie di lettere. Lettere piene di affetto di una figlia verso il padre. Lorenza Alagna e Matteo Messina Denaro si sono visti nella stanzetta del carcere, a L’Aquila. Li separava il vetro, come previsto per il detenuti al regione del carcere duro.
Il loro è stato un rapporto difficile. Complicato dalla latitanza e probabilmente dai dissidi che la ragazza ha avuto con le zie e la nonna. Ed è alle sorelle del latitante che la donna attribuirebbe la scarsa considerazione che il padre ha mostrato di avere nei suoi confronti. Ora il rapporto è ricucito. Le divergenze fanno parte del passato.
Paragonava, e non usava parole tenere, lo stile di vita di Lorenza con quello di Martina Gentile, la figlia della maestra Laura Bonafede e di un ergastolano: “Anche lei è cresciuta senza padre, lo arrestarono quando era piccola e ora è all’ergastolo. Ha studiato, si è laureata, fu sempre fidanzata con lo stesso ragazzo e con lo stesso si è sposata”. Nulla di strano nelle scelte di vita della ragazza, oggi ventiseienne, ma Messina Denaro non ha gradito. Non gli è piaciuta la sua indipendenza. Per un periodo la figlia ha vissuto e lavorato a Londra prima di fare rientro in Sicilia.
Non si erano incontrati prima del colloquio in carcere. Almeno così hanno sempre sostenuto sia lei, che lo ha specificato dopo l’arresto in una nota firmata da un legale, sia lui. “Perché non vuole incontrarmi?”, “Io non ho mai visto mia figlia”, scriveva il padrino corleonese. Il riavvicinamento tra padre e figlia (porta il cognome della mamma), il rapporto ricucito potrebbe suggerire al padre malato un cambio radicale di rotta nella sua vita? Dal tenore del verbale in cui nega persino di conoscere Cosa Nostra la risposta, al momento, è no. Nessun passo indietro da parte del boss sanguinario.
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10 Maggio 2023, 15:23