Messina, dove crollano i grillini |e la nuova Forza Italia mette le ali

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28 Maggio 2019, 17:45

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E’ lungo l’asse tirrenico tra Palermo e Messina che la stella dei grillini si è più offuscata in Sicilia. Lì dove Forza Italia ha stretto i denti nell’ora più buia. Il Movimento in un anno e pochi mesi ha perso qualcosa come seicentomila voti nell’Isola. Dove sì, rimane il primo partito, ma su percentuali molto lontane dal glorioso 48 per cento delle Politiche. I 5 Stelle si fermano al 31, un dato su cui pesa il modesto risultato di Messina, il 24 per cento, trecento voti in più di Forza Italia, e quello non entusiasmante di Palermo, 29 per cento. A febbraio dell’anno scorso per le Politiche nel capoluogo i grillini avevano superato il 48 per cento.

A Messina alle Politiche i grillini avevano fatto il 45. In mezzo, però, c’è stato il ciclone Cateno De Luca. Il sindaco ha intercettato pezzi di voto grillino e ha contribuito al risultato straordinario di Forza Italia, che nella provincia dello Stretto supera il 23, la migliore percentuale degli azzurri in Italia. “Non è un caso che la città e la provincia di Messina – ha commentato ieri soddisfatto De Luca – si siano rivelata le più forziste d’Italia, ritornando ad essere protagoniste nella geopolitica che conta, con un contributo straordinario di voti rappresentati dalle 24 mila preferenze conseguite da Dafne Musolino e circa il 24% dei complessivi voti di lista a Forza Italia”. Musolino, assessore comunale di Cateno, è stata la candidata più votata della provincia dopo Matteo Salvini (che la supera di soli venti voti).

Cateno De Luca parla di “lungimirante visione politica del coordinatore regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè”, rivendica il successo del “Patto della Madonnina” chiuso con Micciché e Sicilia Futura, e mette le mani avanti in vista di futuri appuntamenti, “dai prossimi assetti della Giunta regionale e della presidenza dell’Anci Sicilia, fino a giungere all’indicazione del prossimo candidato alla Presidenza della Regionale Siciliana del 2022”. Il sindaco-tribuno è pronto a passare all’incasso politicamente, e di certo da ieri il suo ruolo di protagonista della politica regionale si è consolidato. Saverio Romano oggi ha fatto un accenno critico ai piani di De Luca e alle promesse di Micciché, parole che il sindaco non ha gradito e a cui ha risposto così: “Non consento a Saverio Romano di insinuarsi nei miei rapporti con il Presidente Musumeci, che tra l’altro sono ottimi. Tale astio forse è dovuto al mio rifiuto circa la sua richiesta di un patto nell’ultima settimana di campagna elettorale, che prevedeva uno scambio reciproco di 5 mila voti che gli avrebbero consentito di superare Giuseppe Milazzo?”.

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Al “modello Messina” Forza Italia guarda adesso con grande interesse. In un contesto disastroso a livello nazionale, con percentuali da Ncd al Nord, si fanno notare i risultati dello schema dei berlusconiani siciliani di apertura ad altri soggetti alternativi alla Lega, da De Luca ai siciliafuturisti, che qui in città hanno la faccia di Beppe Picciolo, molto attivo in questa campagna. “L’accordo sulla candidatura di Dafne Musolino è stato un patto elettorale e un bellissimo lavoro di squadra. Abbiamo fatto centro anche se ci aspettavamo forse ancora di più”, commenta Picciolo. E’ l’inizio di qualcosa? “Deve esserlo, per arginare lo strapotere della Lega, noi veniamo da un’altra storia”, risponde il leader di Sicilia Futura. Anche altri pezzi di centro a questo giro hanno votato Musolino, contribuendo alla performance stellare della candidata (la donna più votata in Forza Italia a livello nazionale).Un lavoro di squadra:  “A Messina – commenta la parlamentare azzurra Matilde Siracusano – è stato premiato il lavoro del sindaco Cateno De Luca, del deputato regionale Tommaso Calderone, dell’assessore Bernadette Grasso e dei colleghi Nino Germanà e Urania Papatheu, che con la guida di Gianfranco Miccichè e del presidente Silvio Berlusconi hanno registrato uno straordinario successo azzurro”. Successo che sullo Stretto significa anche battere la Lega: Forza Italia c’è riuscita solo qui e ad Agrigento.

Resta da comprendere verso dove va la Forza Italia allargata di Messina e della Sicilia. Se punta come Nello Musumeci a costruire con Giovanni Toti una cosa nuova del centrodestra guidato da Salvini, che faccia da seconda gamba al Capitano, o se invece come teorizza Micciché si allontani dal populista che sta cannibalizzando i voti di Forza Italia al Nord e guardi ad altri interlocutori alla sua sinistra come farà il Ppe in Europa di fronte all’avanzata dei nazionalisti. Il dibattito si è aperto oggi e porterà dritto al rimpasto di governo.

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28 Maggio 2019, 17:45

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