09 Gennaio 2025, 16:09
3 min di lettura
ROMA, 09 GEN – Il Tribunale delle Imprese di Roma ha dichiarato inammissibile il ricorso dei 104 cittadini che avevano mosso un’azione inibitoria collettiva contro la Stretto di Messina Spa, in quanto non vi è ancora un progetto definitivo. Lo rivelano all’ANSA fonti legali.
Ai 104 cittadini se ne erano contrapposti 139 (originariamente 140) a favore del Ponte, il cui intervento è a sua volta stato dichiarato inammissibile.
Nella sentenza, il Tribunale di Roma ha condannato i ricorrenti al pagamento delle spese di giudizio in favore di Stretto di Messina nella misura di circa 240mila euro oltre oneri di legge. Lo si apprende da un comunicato di Stretto di Messina.
“Sconfitta per i signori del No. Avanti per più sviluppo – scrive su Instagram il vicepremier Matteo Salvini – lavoro e futuro in Sicilia, Calabria e resto d’Italia con il Ponte sullo Stretto”.
La sentenza del Tribunale di Roma che ha dichiarato inammissibile la class action inibitoria intentata da 104 soggetti nei confronti della Stretto di Messina “è un importante risultato”. A sostenerlo è l’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci.
“Sin dall’inizio eravamo fiduciosi sull’esito avendo rilevato i motivi dell’inammissibilità e con la consapevolezza che l’obiettivo dei ricorrenti fosse unicamente quello di rallentare le procedure in corso e le prossime scadenze del progetto – aggiunge Ciucci -. Valutazione che ha trovato riscontro nella sentenza che ha rilevato motivazioni ‘del tutto evanescenti ed ipotetiche in assenza di alcun effettivo danno ambientale’, mancando perfino le prove di residenza dei ricorrenti nei luoghi di costruzione del ponte”.
“Ci tengo a sottolineare che abbiamo sempre cercato e privilegiato il dialogo con il territorio – prosegue – nell’obiettivo individuare le migliori forme di collaborazione affinché la realizzazione dell’opera rappresenti un valore condiviso e questo continua ad essere il nostro modo di operare. Ricordo inoltre i 140 cittadini, in prevalenza residenti nei comuni di Messina e Reggio Calabria, che hanno depositato un intervento volontario per contrastare l’iniziativa giudiziaria della ‘class action'”.
“Rigettata l’istanza dei signori del NO perché basata su ipotesi non concrete: la sentenza del Tribunale di Roma è chiara e non lascia spazio a interpretazioni, e anche stavolta, l’ideologia dei NO Ponte deve fare i conti con la realtà. Oltretutto, i giudici hanno sottolineato che non è stato dimostrato alcun danno ambientale legato al progetto”.
Così in una nota il senatore messinese Nino Germanà, segretario in Commissione Trasporti a Palazzo Madama e Commissario della Lega in Sicilia.
“I signor NO a tutto – aggiunge Germanà – se ne facciano una ragione: un ricorso inammissibile a un progetto che, grazie alla determinazione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, è ormai all’ultimo step e consentirà lo sviluppo della Sicilia, del Sud e dell’intero Paese. Avanti tutta per la realizzazione della struttura più importante del secolo, dell’opera che permetterà la crescita economica e occupazionale dei nostri territori”.
“Come commentare questa notizia essendo uno dei 104 ricorrenti? – scrive su facebook Daniele Ialacqua, leader del comitato No Ponte – Mi vengono in mente – conclude – due detti: “Curnuti e mazziati, più dura è la lotta, più grande è il trionfo”.
Pubblicato il
09 Gennaio 2025, 16:09