06 Maggio 2011, 22:42
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”E’ una brutta riforma che prevede una virata autoritaria nell’assetto della magistratura con un Csm a maggior presenza laica e una corte di giustizia disciplinare usata a mo’ di minaccia”. Così il procuratore aggiunto di Palermo Ignazio De Francisci ha commentato il progetto di riforma della giustizia a margine della manifestazione ‘Una notte per la costituzione’ organizzata dalla giunta distrettuale dell’Anm al tribunale di Palermo. ”E’ l’ennesimo tentativo del potere politico di imbrigliare la magistratura”, ha concluso il magistrato.
E ancora, nel corso della manifestazione è intervenuto il pm Antonino Di Matteo, secondo il quale: ”Organizzare una manifestazione di attacco ai magistrati mentre si sta celebrando il processo nei confronti del presidente del Consiglio o definire i pubblici ministeri più pericolosi delle Brigate rosse, equivale ad alimentare il clima di eversione dell’ordine costituzionale”. ”C’è un’oggettiva similitudine tra i provvedimenti che vorrebbero riformare il principio della separazione dei poteri – aggiunge – con i testi della P2 di Licio Gelli. La riforma della giustizia definita ‘epocale’ rende in realtà il magistrato pavido e timoroso verso la parte più forte. Non vogliamo fare politica – ha aggiunto Di Matteo – però siamo consapevoli che di fronte a mistificazioni e bugie sia un dovere etico denunciare, lo dobbiamo alla memoria dei nostri morti e ai cittadini nel cui nome amministriamo la giustizia. Oggi viviamo un’offensiva unilaterale e violenta senza precedenti di una parte consistente della politica verso la magistratura – ha proseguito il magistrato – e assistiamo al consolidarsi di una prassi di insulto e dileggio verso la magistratura, organizzata sistematicamente con una campagna di denigrazione vigliacca, perché ha fatto leva sulla generale delusione della legittima ansia di giustizia dei cittadini”.
All’iniziativa davanti il palazzo di Giustizia di Palermo è intervenuto inoltre procuratore Francesco Messineo, ”Non so se questa riforma della giustizia, definita addirittura ‘epocale’, verrà approvata. Quel che è certo è che i suoi obiettivi possono anche essere ottimi, ma di certo non risolvono le inefficienze del sistema e la lentezza delle procedure che riguardano tutti i cittadini, anzi, è particolarmente preoccupante la scissione prevista tra pubblici ministeri e polizia giudiziaria. Vedere l’aula magna del palazzo di Giustizia incapace di contenere i numerosi cittadini accorsi è una sensazione gradevolissima – ha aggiunto Messineo – perché questa vicinanza ci sostiene nel nostro lavoro, in un momento in cui i magistrati sono attaccati quotidianamente”.
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06 Maggio 2011, 22:42