Messineo, un anno da commissario | “Bilancio sano, emergenza impianti”

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06 Giugno 2018, 06:02

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TRAPANI – Sono gli ultimi giorni a Palazzo D’Alì, ma la scrivania è piena di fascicoli e documenti. La burocrazia di un Comune non guarda al calendario elettorale e allora sotto con gli incartamenti e gli ultimi provvedimenti da firmare “ma presto la palla passerà al nuovo sindaco, a cui faccio i migliori auguri di buon lavoro”. Francesco Messineo svestirà i panni del commissario straordinario e a Trapani tornerà “da semplice visitatore” per contemplarne il mare e il centro storico. “Sono legato a questa città che è bellissima e che mi vide da giovane svolgere il servizio militare”, ricorda l’ex capo della Procura di Palermo chiamato un anno fa al capezzale di un Comune rimasto senza sindaco dopo la folle campagna elettorale del 2017: due candidati sotto indagine, Mimmo Fazio e Tonino D’Alì, e un turno di ballottaggio a cui partecipò il solo Piero Savona che non riuscì a centrare il quorum necessario per l’elezione.

Messineo, che poco prima di arrivare a Trapani era stato commissario straordinario in un Comune difficile come Castelvetrano, sospira e placido ammette: “E’ stato un anno intenso e impegnativo, come spesso accade a chi deve portare avanti la vita amministrativa di un Comune. Trapani – prosegue – vive delle difficoltà che comunque non sono insormontabili”. Un anno dentro il palazzo municipale è utile per mettere sulla bilancia i pro e i contro di una città che attende il 10 giugno per avere una guida politica: “Il bilancio del Comune è sano, non ci sono debiti e anche il servizio di riscossione dei tributi è in una condizione migliore rispetto a quella di tanti altri comuni siciliani. Una situzione che vivono anche le Partecipate dove non ci sono conti in rosso ma, in qualche caso, registrano anche dei piccoli utili”. Il capitolo delle crititicità è comunque lungo: “Su tutto impianti fognari, acquedotto e la depurazione delle acque – ricorda -. A Trapani i problemi principali riguardano l’impiantistica, che in molti casi è vecchia e ha bisogno di interventi radicali. Il nuovo sindaco dovrà affrontare questa necessità e dovrà intercettare i finanziamenti europei. Serve anche una immediata manutenzione del patrimonio immobiliare del Comune, che in molti casi è inutilizzabile. C’è anche da affrontare il problema delle eritrine (gli alberi secolari che caratterizzano il lungomare e che hanno bisogno di interventi, ndr). Non si tratta di cose ‘impossibili’ – sottolinea Messineo – ma serve tempo”.

 

Il nuovo mercato del pesce

Un anno a Palazzo D’Alì e tanti problemi risolti, come la disputa infinita tra pescatori e Comune per la vendita al dettaglio al porto peschereccio. Nel marzo 2017 la chiusura dello storico mercato di via Cristoforo Colombo e a seguire la protesta dei pescatori. A Trapani si tornò a vendere il pesce per le strade fino alla soluzione adottata da Messineo: rimessa a nuovo la tensostruttura in un’area adiacente al porticciolo, con canoni di circa 300 euro annui per i pescatori, e tutto il necessario per la vendita del pescato. Una via d’uscita dall’abusivismo che finora ha convinto soltanto una decina di operatori “ma auspico che tutti si rendano conto della buona soluzione trovata – sottolinea Messineo -, vendere il pesce abusivamente in strada è inaccettabile”. Dai problemi della marineria al capitolo rifiuti: la discarica ‘Borranea’, che negli ultimi anni ha dovuto sopprotare anche il carico dei rifiuti degli altri comuni trapanesi e di alcune realtà del Palermitano, è quasi satura. “Non è di certo una situazione tranquillizzante – ammette Messineo – anche perchè i lavori per la costruzione della nuova vasca richiedono tempi lunghi per le necessarie autorizzazioni”. Il rischio all’orizzonte quello di una nuova emergenza rifiuti, in una città che ha visto partire la raccolta differenziata sotto il peso dell’ordinanza firmata dal governatore Musumeci che obbligava i Comuni siciliani a far partire il servizio. In primavera l’avvio con tante incertezze e disagi per i cittadini, in attesa che a fine estate entri a regime il contratto con le nuove ditte.

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Sui rifiuti l’ex magistrato ha dovuto parare i colpi e le critiche della politica che punta a Palazzo D’Alì (“ma io mi tengo ben lontano ddalla campagna elettorale”). Situazione analoga anche per l’aeroporto di Birgi, con il ‘no’ del Comune di Trapani all’accordo di co-marketing per il ‘Vincenzo Florio’. “A fronte degli ingenti oneri economici gravanti sugli enti territoriali sottoscrittori dell’accordo, non vi è alcuna certezza in ordine alle contropartite ottenute in termini di flussi turistici, e soprattutto non risulta prevista alcuna forma di corrispettività fra oneri e risultati”, scrisse il commissario straordinario nell’ottobre del 2017 spiegando i motivi del suo diniego. Dopo qualche mese arrivò l’ok del Tar di Palermo al ricorso avanzato da Alitalia contro il bando della società di gestione Airgest per garantire l’operatività dello scalo: a quel bando aveva partecipato soltanto Ryanair. “Gli attacchi che ho subito? La posizione del Comune di Trapani non spostava di una virgola la concretizzazione di quel bando, che poi è stato stoppato dal Tar – ricorda Messineo -. La mia posizione era irrilevante rispetto all’operatività di quell’accordo dal momento che tanti altri comuni avevano dato l’ok. Non c’era un nesso causa-effetto legato alla decisione del Comune di Trapani. Capisco che Birgi rientri tra gli argomenti della campagna elettorale ma quel bando, ripeto, è stato stoppato dal Tar che ha accolto il ricorso di Alitalia”. Per il ‘Vincenzo Florio’, intanto, sono stati sbloccati 17 milioni di euro dalla Regione necessari per il nuovo bando che a giorni verrà firmato dai comuni che hanno dato l’ok al co-marketing. L’obiettivo è salvare ciò che resta di un anno nero come il 2018 e puntare sul 2019: Messineo, a quel punto, sarà lontano da Palazzo D’Alì e a Trapani tornerà da semplice visitatore.

 

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06 Giugno 2018, 06:02

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