21 Luglio 2020, 13:06
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PALERMO – È uno dei motivi per cui è stato sciolto il Comune di Mezzojuso per sospette infiltrazioni mafiose. Ma l’ex sindaco Salvatore Giardina rilancia: non ha partecipato ai funerali del capomafia don Cola La Barbera.
I suoi legali, gli avvocati Antonio Di Lorenzo, Filippo Liberto, Salvatore Aiello e Alessandro Scalia, hanno depositato dei documenti che a loro dire scagionerebbero Giardina.
Il processo è quello in corso davanti al Tribunale civile di Termini Imerese che deve decidere sull’incandidabilità di Giardina e degli altri ex amministratori, in seguito allo scioglimento deciso dal Consiglio dei ministri. Fu l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini a inviare degli ispettori al comune di Mezzojuso, in provincia di Palermo.
La decisione nasceva anche dalle dichiarazioni di Giardina rilasciate alla trasmissione “Non è l’Arena” di Massimo Giletti che ha dedicato più puntate al caso delle intimidazioni subite dalle sorelle Napoli. Allora il sindaco non smentì di avere partecipato al funerale del 2006, vietato in forma pubblica dal questore, anche se poi precisò di averlo detto perché non ne aveva ricordo.
“In quel momento fui preso alla sprovvista – disse il sindaco – ed essendo una persona che partecipa a tutti i funerali non seppi rispondere adeguatamente. Ma poi facendo mente locale posso affermare con certezza che nel giorno della tumulazione di don Cola, non ero a Mezzojuso”. Ci fu un duro scontro fra Giletti e il sindaco.
Nel corso dell’udienza di stamani il collegio difensivo di Giardina ha prodotto una decina di cartelle cliniche del centro di fisioterapia gestito da Giardina a Villafrati. Si tratta di cartelle, firmate dall’ex sindaco in quel giorno come nei precedenti e nei successivi, in un orario compreso fra le 15 e le 19. Il funerale di Cola La Barbera si svolse di pomeriggio. Ecco perché Giardina rilancia e dice: “Io non ero in paese”.
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21 Luglio 2020, 13:06