La mafia e gli affari del gas | Controllo giudiziario per tre società

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17 Giugno 2015, 10:32

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PALERMO – Passano sotto “controllo giudiziario” la Gas Natural Italia, la Gas Natural Distribuzione Italia Spa (già Nettis Impianti Spa.), con sede legale ad Acquaviva delle Fonti (Bari), e la Gas Natural Vendita Italia Spa, con sede a San Donato (Milano).

Tutte e tre erano in amministrazione giudiziaria ma, come richiesto dal pubblico ministero Dario Scaletta, i giudici della sezione Misure di prevenzione hanno deciso di ammorbidire il provvedimento dopo che le stesse aziende hanno ammesso criticità gestionali alle quali sono pronte a rimediare. In sostanza, viene offerta una via d’uscita per mettere le cose a posto.

La rigida forma di controllo esterno per tre anni servirà ad interrompere il presunto legame con imprenditori in odore di mafia. I finanzieri palermitani che indagavano su Massimo Ciancimino e sui fratelli Vincenzo, Gaetano e Salvatore Vito Cavallotti (la misura di prevenzione nei loro confronti proseguì nonostante gli imprenditori di Belmonte Mezzagno fossero stati assolti dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa) finirono per mettere gli occhi su alcuni importanti gruppi industriali “il cui management, almeno in parte – si leggeva nel provvedimento del Tribunale, presieduto da Silvana Saguto – ha intrattenuto rapporti con i soggetti sottoposti a procedimento penale e alla misura di prevenzione personale e patrimoniale”. In particolare, si tratta del Gruppo Gas Natural Italia”.

Il controllo giudiziario prevede che tutti gli acquisti, i pagamenti e le procedute finanziarie per operazioni non inferiori a 150 mila euro debbano essere comunicate all’autorità giudiziaria. In questa maniera, secondo il pm, si eviterebbero i contatti “scomodi” che hanno fatto scattare il sequestro. Come dire, il managment di Gas Natural può tornare ad avere le redini dell’azienda, ma sotto un monitoraggio costante per prossimi tre anni.

Nel luglio scorso, seguendo le tracce del tesoro di don Vito Ciancimino, l’ex sindaco mafioso di Palermo, gli uomini del Nucleo di polizia tributaria arrivarono arrivati dentro le società del Gas, i cui dirigenti avrebbero continuato a fare affari con “aziende riconducibili ad esponenti delal criminalità organizzata siciliana e calabrese”.

 

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17 Giugno 2015, 10:32

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